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Notizie Flash

Cybercrime sotto assedio: la nuova Convenzione ONU promette una svolta globale

Firmata da 155 Paesi, la nuova Convenzione ONU contro il crimine informatico inaugura una cooperazione giuridica senza precedenti nel cyberspazio

Convenzione delle Nazioni Unite contro il Cybercrime

Indice dei contenuti

  • Un trattato atteso da anni: l’ONU scende in campo contro la criminalità informatica
  • Quattro pilastri per un’alleanza digitale globale
  • Oltre l’hacking: nuovi reati digitali nel mirino
  • Sicurezza sì, ma senza sacrificare i diritti umani
  • La sfida dell’implementazione: dalla firma alla piena operatività
  • Un ponte tra nord e sud del mondo

Un trattato atteso da anni: l’ONU scende in campo contro la criminalità informatica

Dopo cinque anni di intensi negoziati, il 2024 ha segnato la nascita della Convenzione delle Nazioni Unite contro il Cybercrime, un accordo epocale che pone le basi per una cooperazione internazionale più forte e inclusiva contro le minacce digitali. Glen Prichard, a capo della sezione Cybercrime dell’UNODC, l’ha definita “una vittoria per il multilateralismo”.

Il trattato si pone l’obiettivo di contrastare l’uso criminale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, definendo un linguaggio giuridico comune e nuove strategie condivise tra 155 nazioni.

Quattro pilastri per un’alleanza digitale globale

Alla base della Convenzione si trovano quattro elementi chiave:

  1. Cooperazione internazionale per le indagini e la raccolta di prove digitali
  2. Assistenza tecnica ai paesi meno sviluppati per rafforzarne le capacità informatiche
  3. Armonizzazione giuridica tra i sistemi penali nazionali
  4. Procedure transfrontaliere di emergenza con una rete 24/7 di comunicazione

Questi strumenti renderanno più rapida ed efficace la lotta ai crimini informatici, ma anche a tutte quelle violazioni che coinvolgono il digitale, dal riciclaggio di denaro all’adescamento online.

Oltre l’hacking: nuovi reati digitali nel mirino

Non solo accessi illegali e interferenze nei sistemi informatici. La nuova Convenzione include reati mai contemplati in precedenza da strumenti internazionali:

  • Adescamento online di minori
  • Diffusione non consensuale di immagini intime
  • Riciclaggio dei proventi da crimini informatici

Si tratta di un’estensione importante rispetto alla Convenzione di Budapest, ancora in vigore, che però era percepita da molti Paesi del Sud globale come uno strumento europeo, poco rappresentativo delle loro esigenze.

Sicurezza sì, ma senza sacrificare i diritti umani

Tra gli aspetti più delicati affrontati dalla Convenzione vi sono le garanzie per i diritti umani. I meccanismi di cooperazione e le procedure di estradizione dovranno sempre rispettare le leggi nazionali e gli standard internazionali di tutela della persona.

Prichard ha sottolineato che il testo raggiunge “il livello più alto di protezione dei diritti umani mai visto in un trattato penale internazionale”.

La sfida dell’implementazione: dalla firma alla piena operatività

La firma del trattato avverrà ufficialmente ad Hanoi nell’ottobre 2025, e resterà aperta fino a dicembre 2026. Perché entri in vigore, sarà necessaria la ratifica da parte di almeno 40 paesi.

Molti esperti temono che le differenze nei sistemi giuridici nazionali possano rallentare il processo, ma la visione condivisa di un futuro digitale più sicuro lascia ben sperare.

Un ponte tra nord e sud del mondo

A differenza della Convenzione di Budapest, firmata soprattutto da Paesi europei, la nuova Convenzione ONU è stata il frutto di un dialogo inclusivo. Paesi del Sud globale, spesso esclusi dai tavoli precedenti, hanno contribuito attivamente alla stesura del testo.

Questa dimensione globale e multilaterale è forse la sua conquista più grande, perché solo una cooperazione davvero universale potrà arginare la criminalità nel cyberspazio.


Domande e risposte

  1. Cos’è la Convenzione ONU contro il Cybercrime?
    È un trattato internazionale approvato nel 2024 da 155 Paesi per contrastare la criminalità informatica.
  2. Quando entrerà in vigore la Convenzione?
    Dopo la ratifica di almeno 40 paesi. La firma ufficiale è prevista per ottobre 2025.
  3. Quali reati copre la Convenzione?
    Dall’hacking all’adescamento online, fino alla diffusione di immagini intime non consensuali.
  4. Cosa prevede per la cooperazione tra stati?
    Una rete di comunicazione operativa 24/7 e lo scambio veloce di prove digitali.
  5. Come protegge i diritti umani?
    Include garanzie paragonabili a quelle della Convenzione di Budapest, rispettando le leggi nazionali.
  6. È alternativa alla Convenzione di Budapest?
    No, è complementare. Introduce però nuovi reati e procedure.
  7. Perché è importante per i paesi del Sud globale?
    Perché sono stati coinvolti nei negoziati, a differenza del passato.
  8. Quali sono i quattro pilastri della Convenzione?
    Cooperazione, assistenza tecnica, armonizzazione normativa, scambio prove.
  9. L’assistenza tecnica è obbligatoria?
    No, ma fortemente incoraggiata per garantire equità tra stati.
  10. Quali sono i prossimi passi?
    Cerimonia di firma, ratifica nazionale, implementazione tecnica e legislativa.
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