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Notizie Flash

Hacker in agenzia pubblica? Frattasi (ACN) frena: “Un rischio per la sicurezza nazionale”

Il direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale esclude l’ipotesi di coinvolgere giovani hacker non “riconvertiti”, avvertendo sui pericoli anche per i ragazzi

Una suggestione pericolosa

Indice dei contenuti

  • Una suggestione pericolosa: Frattasi chiude all’ipotesi hacker in ACN
  • Il bene comune prima di tutto
  • I giovani e la vulnerabilità digitale
  • Serve educazione digitale, non eroismo hacker

Una suggestione pericolosa: Frattasi chiude all’ipotesi hacker in ACN

Portare giovani hacker in una agenzia pubblica come l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale non è solo una provocazione, ma un pericolo reale. Lo ha chiarito senza mezzi termini Bruno Frattasi, direttore generale dell’ACN, intervenendo ad Ancona il 29 maggio 2025.

Alla domanda sulla possibilità di coinvolgere il ventenne siciliano noto per aver violato reti istituzionali, Frattasi ha risposto con fermezza: “È una suggestione, ma nella realtà rappresenterebbe un rischio”.

Il bene comune prima di tutto

Frattasi ha ribadito che l’Agenzia non può permettersi di includere persone che non abbiano dimostrato un’autentica conversione al bene comune. “In una struttura che tutela la sicurezza nazionale, non possiamo rischiare di introdurre figure ambigue, nemmeno se dotate di abilità informatiche straordinarie”.

Secondo il direttore dell’ACN, il reclutamento deve basarsi su formazione tecnica avanzata, esperienze nella difesa e soprattutto grande affidabilità.

I giovani e la vulnerabilità digitale

L’intervento di Frattasi ha toccato anche un punto critico: la fragilità digitale dei giovani. “Non è vero che i giovani sono automaticamente più consapevoli. La campagna iNavigati ha mostrato che sono proprio loro i più esposti alle truffe online”, ha spiegato.

Una generazione immersa nella tecnologia, ma spesso priva degli strumenti per riconoscere minacce digitali, come phishing, furto d’identità e manipolazioni online.

Serve educazione digitale, non eroismo hacker

Il caso del giovane siciliano ha sollevato un dibattito mediatico sull’eventuale integrazione di hacker “etici” nei team di difesa nazionale. Ma la posizione dell’ACN è chiara: l’affidabilità e l’etica contano più della sola competenza tecnica.

Formare, educare e reclutare secondo criteri rigorosi è l’unica strada per garantire una cybersicurezza realmente efficace.


Domande e risposte

  1. Chi è Bruno Frattasi?
    È il direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) in Italia.
  2. Perché Frattasi rifiuta l’idea di assumere hacker in ACN?
    Perché rappresenterebbe un rischio per la sicurezza se non si tratta di persone veramente riconvertite al bene comune.
  3. Chi è il giovane hacker siciliano citato?
    Un ventenne noto per aver violato reti istituzionali, il cui coinvolgimento è stato ipotizzato dai media.
  4. L’ACN accetta ex hacker tra il personale?
    Solo se è dimostrabile un percorso autentico di riconversione e affidabilità.
  5. Qual è il profilo ideale per lavorare in ACN?
    Formazione tecnica avanzata, esperienze nella difesa e comprovata affidabilità.
  6. I giovani sono più consapevoli dei rischi online?
    Secondo Frattasi, no. Sono spesso i più esposti alle truffe digitali.
  7. Cos’è la campagna iNavigati?
    Un progetto di sensibilizzazione sulla sicurezza digitale promosso da ACN.
  8. Quali rischi comporta assumere hacker non riconvertiti?
    Possibili violazioni interne, fuga di dati e perdita di fiducia nell’ente.
  9. Cosa intende Frattasi per “bene comune”?
    La volontà sincera di agire per la sicurezza collettiva e non per interessi personali.
  10. Come ci si può difendere dalle truffe online?
    Attraverso educazione digitale, strumenti di protezione e consapevolezza.
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