Indice dei contenuti
- Cos’è la firma digitale
- Perché si usa la firma digitale
- Sicurezza attiva della firma digitale
- Sicurezza passiva della firma digitale
- I rischi legati alla firma digitale
- Come proteggere la firma digitale
La firma digitale è uno strumento fondamentale per garantire l’autenticità e la validità legale di documenti digitali. In questo articolo scopriremo cos’è, a cosa serve e analizzeremo i principali aspetti legati alla sicurezza della firma digitale, sia dal punto di vista attivo che passivo, evidenziando rischi, protezioni e buone pratiche.
Cos’è la firma digitale
La firma digitale è un meccanismo crittografico che consente di associare in maniera univoca un documento informatico a un soggetto firmatario.
A differenza di una semplice immagine di firma o di una firma elettronica generica, la firma digitale ha pieno valore legale e garantisce autenticità, integrità e non ripudio del documento.
L’uso della firma digitale si basa su un sistema di chiavi crittografiche: una chiave privata, custodita dal firmatario e utilizzata per firmare, e una chiave pubblica, disponibile a chiunque voglia verificarne la validità. Questo sistema consente di confermare che il documento non sia stato alterato e che la firma provenga realmente dal titolare della chiave privata.
Perché si usa la firma digitale
L’utilizzo della firma digitale si è progressivamente diffuso in tutto il mondo, trasformando il modo in cui aziende, enti pubblici e privati cittadini gestiscono i documenti ufficiali.
Questo strumento risponde all’esigenza crescente di digitalizzare i processi amministrativi e burocratici, offrendo un’alternativa sicura e legalmente riconosciuta ai tradizionali documenti cartacei firmati a mano.
Uno dei motivi principali per cui la firma digitale è diventata indispensabile è la possibilità di sottoscrivere contratti e documenti ufficiali senza la necessità di presenza fisica.
In un contesto in cui molte attività lavorative e amministrative si svolgono da remoto, poter firmare un contratto, una dichiarazione o un documento legale senza dover essere fisicamente presenti rappresenta un vantaggio strategico.
Questo aspetto è stato particolarmente evidente durante la pandemia, quando la digitalizzazione dei processi ha consentito a molte attività di continuare senza interruzioni.
Un ulteriore vantaggio è legato alla riduzione dei costi e dei tempi. L’eliminazione della carta e dei passaggi fisici nella gestione dei documenti consente un risparmio notevole in termini di spedizione, archiviazione e smaltimento.
Inoltre, la firma digitale permette di automatizzare processi che, fino a pochi anni fa, richiedevano la stampa, la scansione e l’invio di documenti firmati a mano, con un notevole dispendio di tempo e risorse.
Non meno importante è il contributo della firma digitale al rafforzamento della sicurezza informatica. A differenza di una semplice immagine di firma o di una firma elettronica non qualificata, la firma digitale garantisce l’autenticità del firmatario e l’integrità del documento.
Una volta apposta, infatti, la firma digitale impedisce qualsiasi modifica del documento senza che la firma stessa risulti invalida, riducendo così i rischi di contraffazione, manomissione o utilizzo fraudolento.
L’adozione della firma digitale è particolarmente rilevante in ambito giuridico, fiscale e amministrativo, dove la certezza dell’identità del firmatario e la validità legale dei documenti sono requisiti imprescindibili.
I professionisti del settore legale, le pubbliche amministrazioni e le aziende la utilizzano quotidianamente per firmare contratti, dichiarazioni fiscali, comunicazioni ufficiali, bilanci e molti altri documenti.
Anche nel settore privato, la firma digitale sta diventando sempre più comune. Le aziende la impiegano per semplificare e velocizzare le transazioni commerciali, formalizzare accordi con partner e fornitori, sottoscrivere ordini e preventivi, oltre che per gestire in modo più efficiente i processi interni, come l’assunzione di personale o la gestione dei rapporti con clienti e collaboratori.
Infine, la crescente attenzione alla sostenibilità ambientale rappresenta un ulteriore incentivo all’adozione della firma digitale: eliminando l’uso della carta e riducendo gli spostamenti fisici necessari per la sottoscrizione dei documenti, si contribuisce concretamente alla riduzione dell’impatto ambientale dei processi burocratici.
In sintesi, la firma digitale è uno strumento che risponde alle esigenze di efficienza, sicurezza, legalità e sostenibilità proprie della società digitale moderna.
Sicurezza attiva della firma digitale
Quando si parla di sicurezza attiva in relazione alla firma digitale, si fa riferimento a tutte le misure tecniche e organizzative adottate per prevenire che la firma venga utilizzata in modo improprio, falsificata o compromessa da soggetti non autorizzati. In altre parole, la sicurezza attiva riguarda tutto ciò che serve a proteggere la chiave privata e i dispositivi che consentono di apporre la firma, impedendo accessi non autorizzati.
Uno degli elementi fondamentali di questa sicurezza è la custodia sicura della chiave privata. La chiave privata è l’elemento più sensibile del sistema di firma digitale, poiché consente materialmente di firmare i documenti. Per evitare che venga rubata o duplicata, essa viene solitamente conservata su dispositivi fisici dedicati, come una smart card o un token USB, entrambi protetti da un PIN di accesso personale.
Esempio
Un avvocato o un commercialista che utilizza quotidianamente la firma digitale, conserva la propria smart card all’interno di un lettore sicuro collegato al computer e protegge il PIN senza condividerlo con terzi.
Un ulteriore strato di protezione è rappresentato dai sistemi di autenticazione multifattoriale (MFA). Oltre al possesso fisico del dispositivo e alla conoscenza del PIN, l’accesso alla firma digitale può essere subordinato all’inserimento di un codice temporaneo ricevuto via SMS o generato da un’app di autenticazione.
Questo significa che, anche se un malintenzionato dovesse entrare in possesso del dispositivo e del PIN, non potrebbe comunque utilizzarlo senza disporre dell’ulteriore fattore di autenticazione.
La sicurezza attiva si basa anche sull’utilizzo di algoritmi di cifratura avanzati e costantemente aggiornati. Gli algoritmi più diffusi per la firma digitale, come RSA o ECDSA, garantiscono che la firma sia matematicamente unica e non possa essere falsificata senza la chiave privata.
Tuttavia, è fondamentale che tali algoritmi siano aggiornati e che la lunghezza delle chiavi sia adeguata agli standard di sicurezza attuali.
Esempio
Le autorità di certificazione raccomandano chiavi RSA di almeno 2048 bit per garantire una protezione efficace.
Un altro aspetto cruciale della sicurezza attiva è la possibilità di revocare il certificato digitale in caso di sospetta compromissione.
Esempio
Un dipendente smarrisce il proprio token USB o ritiene che qualcuno sia entrato in possesso della chiave privata, è necessario procedere immediatamente con la revoca del certificato, attraverso l’ente certificatore. In questo modo, la firma digitale associata a quel certificato viene invalidata e non potrà più essere utilizzata.
La sicurezza attiva della firma digitale non si limita agli strumenti tecnologici. Un ruolo fondamentale lo gioca la consapevolezza dell’utente. Anche i dispositivi più sicuri diventano vulnerabili se vengono utilizzati con superficialità.
Per questo motivo, è essenziale che gli utenti ricevano una formazione adeguata e siano istruiti sulle buone pratiche di sicurezza, come non lasciare incustodito il proprio token USB, non condividere il PIN, non utilizzare la firma digitale su computer non protetti o pubblici e prestare attenzione a eventuali tentativi di phishing.
Esempio pratico
Un’impresa che fornisce ai propri dirigenti dispositivi di firma digitale per sottoscrivere contratti aziendali. Oltre alla dotazione tecnica, l’azienda organizza corsi di formazione per illustrare i rischi legati all’uso improprio della firma e le procedure da seguire in caso di sospetta compromissione. Questo approccio integrato tra tecnologia e consapevolezza è ciò che rende davvero efficace la sicurezza attiva.
Sicurezza passiva della firma digitale
La sicurezza passiva della firma digitale si riferisce a tutte quelle attività di verifica e controllo che possono essere effettuate dopo che la firma è stata apposta sul documento, con l’obiettivo di garantire che la firma sia valida, autentica e che il documento non sia stato alterato.
Se la sicurezza attiva serve a impedire accessi e usi impropri prima della firma, la sicurezza passiva consente di accertare che la firma sia ancora affidabile nel momento in cui viene ricevuta o consultata.
Uno degli elementi cardine della sicurezza passiva è la verifica dell’integrità del documento. Quando viene apposta una firma digitale, il contenuto del documento viene “bloccato” tramite un processo matematico: se anche solo un carattere, un numero o un punto viene modificato dopo la firma, questa risulta automaticamente non valida.
Esempio
Se un contratto firmato digitalmente viene aperto e modificato per cambiare una cifra o una clausola, il sistema di verifica segnalerà immediatamente che la firma non è più valida, proteggendo così entrambe le parti da frodi o manipolazioni.
Un altro aspetto fondamentale è la consultazione degli elenchi pubblici di certificati revocati (CRL). Ogni certificato digitale ha un periodo di validità e può essere revocato in qualsiasi momento in caso di furto, smarrimento, compromissione o cessazione del rapporto con l’ente certificatore.
Per questo motivo, prima di considerare valida una firma digitale, è importante verificare che il certificato utilizzato non sia stato inserito in un elenco di certificati revocati. Questa operazione può essere effettuata attraverso portali online ufficiali o software specifici per la verifica della firma digitale.
Un ulteriore strumento di sicurezza passiva è il marcatore temporale. Si tratta di un servizio che associa al documento firmato una data e un’ora certe e legalmente valide, rilasciate da un ente terzo e imparziale.
Questo permette di dimostrare che la firma è stata apposta in un determinato momento, indipendentemente dalla data impostata sul dispositivo del firmatario.
Esempio
In ambito bancario o notarile, il marcatore temporale viene spesso richiesto per garantire la validità temporale dei documenti, specialmente nei casi in cui siano soggetti a scadenze legali.
Un ulteriore controllo di sicurezza passiva consiste nell’analisi del certificato digitale allegato alla firma. Questo certificato contiene informazioni essenziali come il nome del titolare, l’ente certificatore che lo ha rilasciato, la data di emissione e di scadenza e lo stato di validità. Verificando questi dati, è possibile accertare che la firma provenga realmente dal soggetto dichiarato e che il certificato sia ancora valido al momento della verifica.
Esempio pratico
Un’azienda riceve via email un documento firmato digitalmente da un fornitore per formalizzare un accordo commerciale. Prima di accettare il documento, l’ufficio legale dell’azienda effettua una verifica passiva, controllando l’integrità del file, la validità del certificato e consultando gli elenchi CRL per assicurarsi che il certificato non sia stato revocato. Solo dopo aver completato queste operazioni, il documento viene registrato come valido.
La sicurezza passiva ha quindi un ruolo cruciale: permette a chi riceve un documento firmato digitalmente di essere certo che il contenuto sia autentico, che la firma sia stata apposta da chi dichiara di averla firmata e che il certificato non sia stato compromesso.
Trascurare questi controlli potrebbe esporre privati, aziende e pubbliche amministrazioni a rischi di truffe, manipolazioni o controversie legali.

I rischi legati alla firma digitale
Sebbene la firma digitale offra un elevato livello di sicurezza grazie all’uso di sofisticati sistemi crittografici e a rigorosi protocolli di autenticazione, non è completamente esente da rischi.
Gli attacchi informatici, la disattenzione degli utenti e alcune vulnerabilità di sistema possono mettere in pericolo l’efficacia e la validità della firma digitale, compromettendo la riservatezza e l’integrità dei documenti firmati.
Uno dei rischi più frequenti è il furto della chiave privata, che rappresenta la componente più sensibile dell’intero sistema.
La chiave privata può essere sottratta tramite malware, attacchi phishing o semplicemente attraverso l’accesso fisico non autorizzato al dispositivo che la custodisce (come una smart card o un token USB).
Esempio
Un dipendente potrebbe ricevere un’email apparentemente proveniente dall’amministrazione IT dell’azienda, che lo invita a inserire le proprie credenziali o il PIN del dispositivo. Se cade nella trappola, l’aggressore potrebbe ottenere l’accesso alla chiave privata e firmare documenti a suo nome senza autorizzazione.
Un altro scenario di rischio riguarda l’uso improprio della firma digitale da parte di persone autorizzate ma non legittimate a firmare determinati documenti.
È il caso, ad esempio, di un collaboratore che conosce il PIN del responsabile e utilizza il suo token digitale per firmare un contratto o un documento senza aver ricevuto un’autorizzazione formale. Questo tipo di abuso è difficile da rilevare immediatamente e può portare a conseguenze legali significative.
Un rischio più strutturale è legato alla possibile compromissione dei certificati digitali da parte di attacchi informatici agli enti certificatori. Gli enti che rilasciano i certificati digitali (Certification Authority) sono bersagli privilegiati degli hacker, perché un attacco riuscito potrebbe consentire la creazione di certificati falsi, utilizzabili per firmare documenti apparentemente autentici.
Anche se queste situazioni sono rare e gli enti certificatori adottano misure di sicurezza molto elevate, non possono essere escluse del tutto.
Esempio
è rappresentato da alcuni attacchi informatici avvenuti negli ultimi anni, in cui database di certificati sono stati violati e certificati falsificati sono stati diffusi sul mercato.
Infine, un rischio non tecnologico ma altrettanto rilevante è la mancanza di consapevolezza da parte degli utenti. Troppo spesso, chi utilizza la firma digitale tende a sottovalutare la necessità di proteggere la propria chiave privata e il dispositivo di firma.
Esempio
Molto utenti lasciano il token USB collegato al computer senza sorveglianza, annotano il PIN in un luogo facilmente accessibile o trascurano gli aggiornamenti di sicurezza. Questo atteggiamento aumenta il rischio di furti, accessi non autorizzati e uso improprio della firma.
Esempio concreto
Di questo tipo di negligenza si verifica spesso nelle piccole aziende o negli studi professionali, dove il dispositivo di firma viene lasciato sulla scrivania o in un cassetto non protetto e dove più persone conoscono il PIN per “facilitare” il lavoro quotidiano, ignorando che un simile comportamento espone l’azienda a rischi legali e informatici considerevoli.
Come proteggere la firma digitale
Per tutelare la propria firma digitale, è importante adottare alcune buone pratiche:
- Utilizzare sempre dispositivi sicuri e mantenerli aggiornati.
- Non condividere mai la chiave privata o il PIN con terzi.
- Cambiare periodicamente le credenziali di accesso.
- Verificare sempre l’identità dell’interlocutore e dei documenti che si firmano.
- In caso di sospetto furto o compromissione, procedere immediatamente alla revoca del certificato.
La sicurezza della firma digitale dipende tanto dalla tecnologia quanto dal comportamento dell’utente.
Domande e risposte
- Cos’è la firma digitale?
È un sistema crittografico che garantisce autenticità, integrità e valore legale a un documento digitale. - Qual è la differenza tra firma elettronica e firma digitale?
La firma digitale ha valore legale certificato e utilizza un sistema di chiavi crittografiche. - La firma digitale è sicura?
Sì, se vengono rispettate le misure di sicurezza attive e passive. - Cosa succede se perdo la chiave privata?
È necessario revocare immediatamente il certificato e richiederne uno nuovo. - Posso utilizzare la mia firma digitale su qualsiasi documento?
Sì, purché il documento sia in formato digitale e conforme agli standard richiesti. - Come verifico se una firma digitale è valida?
Attraverso software o piattaforme di verifica che controllano l’integrità e la validità del certificato. - Cosa significa sicurezza attiva della firma digitale?
L’insieme di misure per proteggere l’accesso alla chiave privata e agli strumenti di firma. - Cosa significa sicurezza passiva della firma digitale?
Le procedure di verifica della validità e dell’integrità della firma già apposta. - Cosa fare in caso di compromissione della firma digitale?
Bloccare immediatamente l’uso della firma e contattare l’ente certificatore per la revoca. - La firma digitale può essere falsificata?
È estremamente difficile, ma non impossibile in caso di negligenza nella protezione della chiave privata.