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Bruxelles apre la consultazione sull’AI: nuove regole per trasparenza e fiducia digitale

La Commissione europea avvia un confronto per definire linee guida e un codice di condotta sulla trasparenza dell’intelligenza artificiale

Una consultazione aperta

Indice dei contenuti

  • Una consultazione aperta a cittadini e imprese
  • L’AI Act e le nuove responsabilità
  • Il cuore della consultazione: l’articolo 50
  • Un codice di condotta per applicare le regole
  • I prossimi passi e le sfide future

Una consultazione aperta a cittadini e imprese

Dal 4 settembre al 2 ottobre 2025, la Commissione europea ha aperto una fase di consultazione pubblica per affrontare uno dei temi più delicati e decisivi del nostro tempo: la trasparenza dei sistemi di intelligenza artificiale.

Si tratta di un passaggio cruciale che chiama a raccolta sviluppatori, imprese, accademici, autorità e cittadini, con l’obiettivo di raccogliere idee e contributi utili alla definizione di un quadro condiviso di regole. In gioco c’è la fiducia dei cittadini nei confronti del digitale, un terreno sul quale l’Europa vuole porsi come punto di riferimento globale.

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che l’intelligenza artificiale, se non regolata con criteri chiari e condivisi, rischia di trasformarsi in un terreno fertile per abusi, manipolazioni e disinformazione.

L’AI Act e le nuove responsabilità

Il contesto normativo di riferimento è l’AI Act, entrato in vigore il 1° agosto 2024, che ha introdotto il primo quadro giuridico unitario a livello europeo per lo sviluppo e l’utilizzo dell’IA.

Questa legge rappresenta un pilastro della strategia digitale dell’Unione europea, poiché pone al centro il principio dell’uso responsabile e trasparente della tecnologia.

Uno degli aspetti più significativi riguarda l’obbligo, a partire dal 2 agosto 2026, di informare chiaramente i cittadini quando interagiscono con sistemi automatizzati o quando vengono esposti a tecnologie sensibili come il riconoscimento delle emozioni o la categorizzazione biometrica.

Allo stesso modo, i contenuti generati artificialmente, inclusi i deepfake, dovranno essere etichettati in modo esplicito, così da non ingannare chi li consulta e da preservare un ambiente digitale affidabile.

Il cuore della consultazione: l’articolo 50

Il dibattito europeo ruota in particolare intorno all’articolo 50 dell’AI Act, che stabilisce le regole di trasparenza. È su questo punto che si concentra l’intera consultazione, perché da esso dipende la definizione delle modalità con cui gli utenti verranno tutelati.

L’articolo prevede che i fornitori di sistemi interattivi dichiarino sempre che l’utente non sta parlando con un essere umano, che i contenuti prodotti o manipolati dall’intelligenza artificiale siano marcati in modo leggibile dalle macchine e che chi utilizza tecnologie di riconoscimento delle emozioni o di categorizzazione biometrica informi le persone coinvolte.

Inoltre, stabilisce che i contenuti destinati all’informazione pubblica, se creati artificialmente, debbano riportare chiaramente la loro origine, fatta eccezione per usi artistici o giornalistici.

Si tratta di regole che mirano a bilanciare innovazione e diritti, evitando che la tecnologia diventi strumento di inganno.

Un codice di condotta per applicare le regole

Parallelamente alla consultazione, la Commissione europea ha invitato gli stakeholder a manifestare interesse per partecipare alla definizione di un codice di condotta che fungerà da guida pratica.

Questo strumento servirà non solo a chiarire come applicare concretamente le regole, ma anche a individuare le migliori pratiche per l’etichettatura dei contenuti e a proporre soluzioni tecniche capaci di rilevare in modo efficace i materiali sintetici.

In questo modo, l’Europa intende promuovere un approccio collaborativo tra istituzioni e operatori del settore, evitando di trasformare la normativa in un semplice elenco di obblighi burocratici e trasformandola invece in un insieme di regole condivise e realmente applicabili.

I prossimi passi e le sfide future

Al termine della consultazione, l’AI Office pubblicherà un riepilogo dei risultati che confluiranno nelle linee guida ufficiali e nel codice di condotta europeo. Sarà questo il passaggio decisivo per mettere a disposizione degli Stati membri e delle imprese uno strumento chiaro e operativo, in grado di favorire da un lato lo sviluppo di soluzioni innovative e dall’altro la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini.

La sfida, in fondo, è quella di garantire che la tecnologia non corra più veloce della fiducia, perché senza trasparenza e responsabilità l’intelligenza artificiale rischia di diventare un fattore di instabilità sociale. Al contrario, se regolata con equilibrio, può rappresentare uno dei motori principali per una crescita digitale inclusiva e sicura in Europa.

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