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Data center: cosa sono e quali sono

Scopri cosa sono i data center, le loro tipologie, come funzionano e dove si trovano i principali data center in Italia.

tipologie di data center

Indice dei contenuti

  • Data center: cosa sono
  • Componenti fondamentali di un data center
  • Tipologie di data center
  • Tier dei data center: la classificazione Uptime Institute
  • Data center in Italia: realtà in crescita
  • Consumo energetico e sostenibilità
  • Sicurezza, resilienza e disaster recovery
  • Il futuro dei data center: AI, edge e quantum computing

Viviamo in un’epoca dominata dalla quantità di dati generata quotidianamente da utenti, imprese e dispositivi intelligenti. Le foto che salviamo sullo smartphone, i video che guardiamo in streaming, le transazioni bancarie online, le comunicazioni tra sistemi industriali e persino l’intelligenza artificiale si basano su una costante elaborazione, archiviazione e trasmissione di informazioni.

Al centro di tutto questo, ci sono i data center. Ma data center cosa sono davvero? E quali sono le tipologie di data center esistenti, dalla piccola installazione on premise fino ai colossi da miliardi di euro come quelli gestiti da Google, Amazon, Microsoft e Meta?

In questo articolo, esploreremo nel dettaglio il concetto di data center, come funzionano, le loro componenti fisiche e digitali, i criteri di classificazione, i modelli più innovativi e la situazione dei data center in Italia, compresi gli investimenti e le infrastrutture sviluppate da enti come il Politecnico di Milano.

Analizzeremo anche gli impatti in termini di consumo energetico, disaster recovery, sicurezza fisica, protezione dei dati e come i data center siano diventati parte integrante dell’ecosistema cloud computing globale.

Data center: cosa sono

Un data center è un’infrastruttura fisica composta da una rete di computer, server, dispositivi di archiviazione e sistemi di connessione, progettata per gestire, conservare ed elaborare grandi quantità di dati. Il suo scopo principale è quello di garantire la continuità operativa delle applicazioni digitali, l’archiviazione sicura delle informazioni e la disponibilità costante dei servizi informatici.

Sebbene i data center possano sembrare invisibili agli occhi dell’utente comune, sono il motore nascosto dietro ogni applicazione che utilizziamo: dalle e-mail ai social network, dal commercio elettronico alla sanità digitale, fino all’intelligenza artificiale e all’Internet of Things.

Un data center può essere installato presso una sede aziendale (on premise) o ospitato in ambienti esterni di terza parte, come i provider di servizi cloud. A seconda della loro progettazione, i data center possono essere destinati a un solo cliente oppure condivisi tra più utenti e aziende (modello multitenant).

Componenti fondamentali di un data center

Le infrastrutture IT che compongono un data center si basano su una complessa combinazione di elementi fisici e logici. Tra i principali:

  • Server ad alte prestazioni, in grado di elaborare simultaneamente migliaia di richieste.
  • Storage, ovvero sistemi e dispositivi di archiviazione per salvare dati strutturati e non strutturati.
  • Reti interne ed esterne per la trasmissione dei dati.
  • Sistemi di alimentazione e gruppi di continuità (UPS), per garantire la disponibilità del servizio anche in caso di blackout.
  • Sistema di raffreddamento, necessario per dissipare il calore generato dai componenti hardware.
  • Software di virtualizzazione, containerizzazione e orchestrazione (come VMware o Kubernetes).
  • Sistemi di sicurezza fisica e logica, per la protezione dei dati e degli accessi.

Tipologie di data center

I data center possono essere classificati secondo diversi criteri. Di seguito vediamo le principali tipologie di data center:

1. Data center on premise

I data center on premise sono localizzati all’interno della sede fisica dell’azienda. Questo tipo di infrastruttura offre il massimo controllo in termini di sicurezza fisica e gestione dei dati, ma richiede elevati costi di manutenzione, aggiornamento e gestione energetica. Può essere indicato per aziende che gestiscono quantità di dati molto sensibili o che necessitano di infrastrutture dedicate.

2. Data center colocation

In un modello di colocation, le aziende affittano uno spazio fisico (rack, sala, intero edificio) all’interno di un data center di proprietà di un provider. In questo scenario, l’azienda è responsabile dei propri server, mentre il provider si occupa della sicurezza fisica, del sistema di raffreddamento, dell’alimentazione e della connettività.

3. Cloud data center

Il cloud computing ha trasformato il paradigma dei data center. In un cloud data center, le risorse IT (calcolo, storage, rete) sono fornite in modalità virtualizzata tramite internet. I principali attori del mercato – AWS, Google Cloud, Microsoft Azure – offrono infrastrutture geograficamente distribuite per garantire alte prestazioni, scalabilità e disponibilità 24/7. In questo modello, l’azienda non possiede né gestisce fisicamente l’hardware.

4. Edge data center

Gli edge data center rappresentano un’evoluzione pensata per abbattere la latenza. Invece di accentrare i dati in pochi grandi centri, gli edge portano l’elaborazione “ai margini” della rete, cioè vicino all’utente finale o ai dispositivi IoT. Sono usati sempre più spesso in scenari legati a veicoli autonomi, robotica industriale, smart cities e intelligenza artificiale in tempo reale.

Tier dei data center: la classificazione Uptime Institute

Un altro metodo per classificare i data center si basa sugli standard definiti dall’Uptime Institute, che ha introdotto i Tier, ovvero livelli di affidabilità:

  • Tier I
    Infrastruttura base, senza ridondanza.
  • Tier II
    Con componenti ridondanti (es. due gruppi elettrogeni).
  • Tier III
    Tollerante ai guasti, con ridondanza N+1.
  • Tier IV
    Fault tolerant completo, disponibilità vicina al 100%.

Un data center Tier IV è considerato lo standard più elevato, ideale per applicazioni mission critical come banche, ospedali o centri di comando militari.

 il settore dei data center

Data center in Italia: realtà in crescita

Anche in Italia il settore dei data center sta vivendo un’espansione significativa, trainata dalla digitalizzazione della pubblica amministrazione, dalla diffusione del cloud computing e dagli investimenti in infrastrutture IT.

Secondo il Politecnico di Milano, negli ultimi anni la domanda di servizi di colocation e cloud in Italia è cresciuta a doppia cifra, portando a importanti investimenti da parte di operatori internazionali.

A Milano, Roma e Torino sorgono i principali data center in Italia, con un’alta concentrazione di operatori come Aruba, Equinix, Stack Infrastructure, Sparkle e Data4. Il progetto GAIA-X europeo, di cui fanno parte anche enti italiani, prevede la creazione di un’infrastruttura cloud sovrana basata su data center certificati e interconnessi.

Consumo energetico e sostenibilità

I data center sono anche sotto osservazione per il loro impatto ambientale. Il consumo energetico rappresenta uno dei principali fattori critici, sia in termini economici che ecologici.

La maggior parte dei data center utilizza enormi quantità di energia per alimentare server e impianti di condizionamento. Si stima che i data center rappresentino circa il 3% del consumo mondiale di elettricità. Alcuni progetti innovativi – come quelli basati su energia rinnovabile, raffreddamento ad immersione o uso del calore disperso – cercano di mitigare questo impatto.

Sicurezza, resilienza e disaster recovery

Uno degli aspetti più delicati e strategici nella gestione dei data center è rappresentato dalla protezione dei dati, che deve avvenire su due livelli distinti ma interconnessi: fisico e logico.

Sicurezza fisica: molto più di muri e telecamere

La sicurezza fisica di un data center non si limita all’installazione di recinzioni e videocamere. È una disciplina complessa che comprende l’accesso controllato al sito (badge, biometria, sistemi a doppio fattore), la videosorveglianza attiva 24/7, il controllo ambientale (sensori per fumo, calore, umidità, vibrazioni), sistemi antincendio a gas inerti (per non danneggiare l’hardware) e barriere anti-intrusione.

In alcune strutture di alta criticità – come i data center Tier IV – il sito è anche protetto da presidi di sicurezza armati, perimetri antiveicolo e protezione anti-esplosiva. L’obiettivo è impedire qualsiasi tipo di accesso non autorizzato che possa mettere a rischio la continuità dei servizi o la protezione dei dati sensibili.

Sicurezza logica: difesa contro attacchi informatici

Sul fronte logico, la sicurezza è garantita da una stratificazione di strumenti informatici: firewall hardware e software, sistemi di rilevamento e prevenzione delle intrusioni (IDS/IPS), antivirus avanzati, segmentazione della rete e politiche di accesso basate su ruoli (RBAC). A questi si aggiungono i sistemi di autenticazione a più fattori per l’accesso remoto, i log di audit costantemente monitorati e soluzioni di cifratura dei dati a riposo e in transito.

Ogni accesso, modifica o anomalia all’interno di un data center viene tracciato per motivi di sicurezza e di conformità, soprattutto se soggetto a normative come GDPR, ISO/IEC 27001, PCI-DSS, HIPAA o NIS2.

La resilienza: continuità operativa senza compromessi

La resilienza è la capacità di un sistema di continuare a funzionare anche in caso di guasti o incidenti, ed è uno dei capisaldi di ogni data center moderno. Per garantire alta disponibilità e zero downtime, vengono adottate architetture ridondate a ogni livello:

  • Doppia alimentazione elettrica da fonti indipendenti.
  • Gruppi di continuità (UPS) per gestire interruzioni brevi.
  • Generatori diesel per alimentare il sito anche per giorni.
  • Connessioni Internet multi-carrier con bilanciamento e failover automatico.
  • Sistemi RAID e NAS/SAN per garantire l’integrità dei dispositivi di archiviazione.

In scenari critici, la maggior parte dei data center di classe enterprise o governativa opera secondo il principio di business continuity: ogni applicazione deve restare attiva anche durante un disastro o una violazione di sicurezza.

Disaster recovery: pianificare l’imprevedibile

Il disaster recovery (DR) è l’insieme delle tecniche e procedure messe in atto per ripristinare i servizi IT dopo un evento critico, come un incendio, un attacco ransomware, una falla energetica, una catastrofe naturale o una breccia di sicurezza.

Una strategia di disaster recovery ben progettata include:

  • Backup automatici multipli salvati su sedi geograficamente distribuite, anche in aree a rischio sismico differenziato. Si usano spesso soluzioni cloud hybrid o backup su nastro off-site per proteggere anche da attacchi informatici sofisticati.
  • Replicazione in tempo reale dei dati, tramite tecnologie di mirroring asincrono o sincrono, per garantire che ogni modifica venga copiata istantaneamente su un sito secondario (data center gemello o in colocation).
  • Piani di continuità operativa integrati con gruppi di continuità UPS, alimentazione ridondata, DNS failover, orchestrazione automatica e orchestratori di container (come Kubernetes) che spostano i carichi su nodi sani.
  • Test periodici dei piani di DR, chiamati DRP (Disaster Recovery Plan) Testing, in cui vengono simulate situazioni di emergenza per verificare tempi di ripristino, comunicazioni tra team, recupero dati e continuità del servizio.

Un concetto fondamentale nella progettazione di un DR Plan è il RTO (Recovery Time Objective) e il RPO (Recovery Point Objective). Il primo definisce il tempo massimo accettabile per il ripristino di un servizio; il secondo stabilisce la quantità massima di dati che si può perdere. I data center Tier IV offrono spesso RTO vicini allo zero e RPO di pochi secondi.

Disaster Recovery-as-a-Service (DRaaS)

Con la crescita del cloud computing, molte aziende optano per il Disaster Recovery as a Service, affidando la gestione dell’intero piano DR a provider specializzati. In questo modello, una terza parte fornisce un ambiente virtuale di emergenza in cui far girare i servizi in caso di disastro. Il vantaggio principale è ridurre i costi di infrastruttura fisica, pur mantenendo alte prestazioni e protezione dei dati.

Considerazioni finali

In un’era dominata dalla quantità di dati, dalla digitalizzazione e da minacce sempre più complesse, la sicurezza, la resilienza e il disaster recovery sono diventati pilastri strategici per ogni data center, grande o piccolo. Le tecnologie evolvono, ma resta immutato l’obiettivo finale: garantire la continuità operativa, la sicurezza fisica e logica, e il ripristino immediato dei servizi in qualsiasi scenario, anche il più estremo.

  • Se vuoi, posso aggiornare il corpo centrale dell’articolo con questo approfondimento o fornirti la versione in inglese. Vuoi anche un’infografica o schema visuale di riepilogo?

Il futuro dei data center: AI, edge e quantum computing

L’evoluzione dei data center è tutt’altro che finita. L’integrazione con intelligenza artificiale, la crescente adozione dell’edge computing e le prospettive legate al quantum computing stanno trasformando la struttura stessa delle infrastrutture IT.

L’AI viene utilizzata sempre più frequentemente per monitorare e ottimizzare automaticamente i consumi energetici, rilevare anomalie nei sistemi, prevedere guasti e automatizzare i carichi di lavoro. Inoltre, il quantum computing, sebbene ancora in fase sperimentale, pone nuove sfide in termini di sicurezza, potenza di calcolo e progettazione dei data center del futuro.

Conclusione

I data center sono oggi una componente essenziale e invisibile del mondo digitale. Alimentano ogni nostra interazione online, garantendo alte prestazioni, disponibilità continua e protezione dei dati. La loro varietà – da quelli on premiseai cloud data center, dai colocation agli edge – permette a ogni impresa, grande o piccola, di trovare l’infrastruttura più adatta alle proprie esigenze.

Con l’adozione crescente di intelligenza artificiale, l’esplosione dei dati generati dagli utenti e la necessità di disaster recovery sempre più resilienti, i data center in Italia e nel mondo continueranno a evolversi, trainando investimenti da miliardi di euro e ponendosi come perni della trasformazione digitale globale.


Domande e risposte

  1. Cosa sono i data center in parole semplici?
    Strutture che ospitano server, storage e rete per gestire e archiviare dati digitali.
  2. Quali sono le principali tipologie di data center?
    On premise, colocation, cloud data center ed edge data center.
  3. Cosa significa Tier in un data center?
    È un livello di affidabilità certificato da Uptime Institute, da Tier I (base) a Tier IV (massima resilienza).
  4. I data center consumano molta energia?
    Sì, soprattutto per il raffreddamento e l’alimentazione dei server. Sono in atto soluzioni sostenibili.
  5. Dove si trovano i principali data center in Italia?
    A Milano, Roma, Torino e nelle zone industriali limitrofe.
  6. I data center sono sicuri?
    Sì, se dotati di sistemi di sicurezza fisica e informatica, piani di backup e disaster recovery.
  7. Posso costruire un data center in azienda?
    Sì, è possibile con un’infrastruttura on premise, ma comporta costi elevati e gestione complessa.
  8. Qual è la differenza tra cloud e data center?
    Il cloud è un servizio erogato da un data center in modo virtualizzato e flessibile.
  9. Che ruolo ha l’AI nei data center?
    L’intelligenza artificiale viene usata per ottimizzare risorse, monitorare guasti e ridurre i consumi.
  10. Che impatto ha il Politecnico di Milano nei data center?
    Contribuisce allo studio e sviluppo delle infrastrutture IT in Italia, anche con analisi e progetti europei.
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