Loading...

Guide

Deepfake: cos’è e come funziona. Guida completa

Scopri cos’è il deepfake, come funziona e come prevenire i deepfake, tra rischi, sicurezza informatica e fake news generate dall’intelligenza artificiale.

creare deepfake

Indice dei contenuti

  • Che cos’è il deepfake?
  • Come la tecnologia dei deepfake?
  • Un po’ di storia sui deepfake
  • Le diverse forme dei deepfakes
  • Deepfake porno e deepnude: la dimensione più oscura
  • Deepfake e disinformazione: il caso delle fake news
  • Deepfake e sicurezza informatica: una minaccia trasversale
  • Come riconoscere un deepfake?
  • Prevenire i deepfake: strategie individuali e collettive
  • Deepfake e normativa: l’intervento delle istituzioni
  • Celebrities deepfakes: tra ironia e pericolo
  • Oltre i video: l’ecosistema dei media sintetici

Con il termine deepfake si intende una delle evoluzioni più insidiose e sofisticate dell’intelligenza artificiale.

La tecnologia dei deepfake sfrutta l’intelligenza artificiale per generare video falsi, immagini, o contenuti audio estremamente realistici, ma completamente artificiali.

Con i deepfakes si possono creare fake news, cyberbullismo, revenge porn, furto d’identità.

I deepfakes stanno diventando una minaccia concreta alla sicurezza informatica, alla privacy personale e alla fiducia pubblica nei contenuti digitali.

In questo articolo, esploreremo in profondità cos’è un deepfake, come può essere utilizzato, quali sono i meccanismi tecnologici alla base, i principali esempi d’uso e abuso, come riconoscere un deepfake, e soprattutto come prevenirli.

Analizzeremo inoltre le implicazioni legali, sociali e psicologiche, con particolare attenzione ai deepfake porno, alle celebrities deepfakes, e all’uso di questi strumenti nei contesti aziendali e politici.

Che cos’è il deepfake?

L’origine del termine

Cos’è deepfake? Il termine deriva dalla fusione di due parole: “deep learning” e “fake”. Si riferisce a quei contenuti falsi — spesso video o audio — generati da algoritmi di apprendimento automatico basati su reti neurali profonde.

Queste reti, note come Deep Neural Networks, apprendono dalle immagini, dai video e dalle voci esistenti per creare deepfake: rappresentazioni che sembrano autentiche ma che sono totalmente simulate dall’intelligenza artificiale.

Il deepfake significato va quindi ben oltre la semplice manipolazione di un file multimediale: si tratta di una sintesi profonda della realtà, realizzata da macchine intelligenti che apprendono comportamenti umani come espressioni facciali, tono di voce, movimento delle labbra e mimica corporea.

Come funziona la tecnologia dei deepfake?

L’intelligenza artificiale al servizio dell’illusione

La tecnologia dei deepfake sfrutta l’intelligenza artificiale per simulare movimenti, espressioni e voci umane con un livello di precisione sempre più sofisticato. Alla base troviamo due approcci fondamentali:

  • Autoencoder
    Reti neurali che apprendono a comprimere e poi ricostruire i dati. Vengono allenate per identificare e replicare i tratti facciali.
  • GAN (Generative Adversarial Networks)
    Reti antagoniste che si sfidano. Una genera immagini false, l’altra le valuta. Insieme si perfezionano fino a creare contenuti indistinguibili dalla realtà.

Un esempio pratico: prendendo centinaia di video di Barack Obama, una rete neurale può imparare i suoi movimenti e i suoi pattern vocali. A quel punto, è possibile generare un video deepfake in cui Obama pronuncia frasi mai dette.

Un po’ di storia sui deepfake

Il concetto di manipolazione audiovisiva non è nuovo. Già nel 1997 un progetto chiamato Video Rewrite era capace di modificare la forma della bocca in un video per adattarla a un nuovo audio. Ma è nel 2017 che il termine deepfakeentra ufficialmente nell’uso comune, grazie a un utente di Reddit che cominciò a creare deepfake pornosovrapponendo i volti di attrici famose su corpi di pornostar.

Da quel momento la tecnologia deepfake ha fatto passi da gigante, diventando sempre più accessibile, anche grazie a strumenti come FakeApp, DeepFaceLab, FaceSwap, e app mobili come Reface. Video deepfake sempre più convincenti iniziano a circolare su YouTube, TikTok, Telegram e persino nei contesti aziendali.

Le diverse forme dei deepfakes

1. Deepfake video

È la forma più diffusa e pericolosa: da celebrities deepfakes (come Tom Cruise o Obama) usati per scopi ironici o politici, fino a video falsi creati per influenzare elezioni, truffare aziende o diffamare individui.

2. Deepfake audio

Il voice cloning sta diventando sempre più preciso: bastano pochi secondi di registrazione vocale per clonare la voce di un CEO e orchestrare truffe. Celebre il caso della truffa da 23 milioni di euro a una multinazionale asiatica, dove un deepfake ai ha imitato il CFO in una call truffaldina.

3. Deepfake fotografici

Immagini create da zero o manipolate con AI possono raffigurare persone mai esistite o “ricostruire” volti noti in situazioni compromettenti. Questo fenomeno è sfruttato anche per generare identità digitali false usate in frodi, phishing, e revenge porn.

Deepfake porno e deepnude: la dimensione più oscura

Come evidenziato anche dal Garante per la Privacy, i cosiddetti deepnude rappresentano una minaccia gravissima: volti reali vengono innestati su corpi nudi generati artificialmente, spesso per vendetta o per pornografia illegale. Questa tecnologia viene utilizzata per colpire:

  • Celebrità
    Per generare scandali e clickbait.
  • Minori
    Con gravi implicazioni penali e psicologiche.
  • Persone comuni
    Nel contesto del revenge porn o del cyberbullismo.

Deepfake e disinformazione: il caso delle fake news

Uno degli usi più pericolosi dei deepfake riguarda la manipolazione politica e la disinformazione. Video falsi possono mostrare politici in atteggiamenti inopportuni, generando confusione, divisione e polarizzazione dell’opinione pubblica.

I Deepfake rappresentano quindi una nuova arma nelle mani di attori statali o gruppi ideologici e possono aiutare ad interferire nei processi democratici. La possibilità di manipolare una dichiarazione di un leader può influenzare mercati, votazioni e persino causare disordini sociali.

macchine intelligenti

Deepfake e sicurezza informatica: una minaccia trasversale

L’integrazione sempre più profonda di dati biometrici nei sistemi di autenticazione ha reso i deepfake una minaccia reale per la sicurezza informatica. Le aziende, i sistemi bancari, i dispositivi domestici intelligenti e persino le piattaforme sanitarie utilizzano riconoscimento facciale e vocale per concedere l’accesso ai servizi. Ma cosa succede se questi dati biometrici possono essere contraffatti?

Un contenuto multimediale generato artificialmente può oggi ingannare i sistemi di riconoscimento facciale. Questo vuol dire che un criminale, dotato delle giuste competenze, può essere autenticato come se fosse la vittima, ottenendo così accesso a:

  • Conti correnti bancari
  • Archivi medici digitali
  • Informazioni sensibili aziendali
  • Sistemi domotici connessi alla rete

Inoltre, video deepfake possono essere usati in campagne di spear phishing, in cui si impersona un manager o un collega per convincere la vittima a cliccare su link dannosi o inviare denaro.

Come riconoscere un deepfake?

Analisi visiva e comportamentale

Riconoscere un deepfake non è semplice, soprattutto quando il contenuto multimediale è stato creato da un software evoluto. Tuttavia, esistono alcuni segnali d’allarme:

  • Espressioni facciali innaturali o rigide
  • Occhi che non si muovono correttamente o che non sbattono
  • Labbra non allineate perfettamente con l’audio
  • Illuminazione incoerente (es. ombre strane o luci anomale)
  • Mani o dita deformi (es. 6 dita o articolazioni innaturali)
  • Differenze di risoluzione tra volto e corpo
  • Colore della pelle incoerente

Anche il battito delle palpebre o i riflessi sugli occhiali possono rivelare un falso.

Strumenti automatici

Esistono strumenti software sviluppati appositamente per riconoscere un deepfake. Tra questi:

  • Video Authenticator di Microsoft
  • Sistemi di detection sviluppati da MIT, Facebook AI e Google
  • Estensioni browser per la verifica delle fonti video

Molti di questi strumenti si basano a loro volta su reti neurali, ma addestrate a scovare anomalie nei deepfake AI.

Prevenire i deepfake: strategie individuali e collettive

A livello personale

Prevenire i deepfake significa anche essere consapevoli di come gestiamo la nostra identità digitale. Ecco alcune regole fondamentali:

  • Limitare la diffusione di immagini personali, specialmente frontali e ad alta risoluzione
  • Evitare selfie con espressioni ampie o animate (utili per l’addestramento AI)
  • Non condividere audio vocali che potrebbero essere clonati
  • Segnalare contenuti sospetti e non condividere video falsi

A livello aziendale

Le aziende devono adottare policy di sicurezza evolute:

  • Formare il personale a riconoscere i deepfake
  • Implementare verifiche a più fattori nei sistemi di autenticazione (oltre a quelle biometriche)
  • Utilizzare software di analisi forense per la verifica dei contenuti digitali ricevuti
  • Monitorare la rete per intercettare campagne di disinformazione che coinvolgano il brand

Deepfake e normativa: l’intervento delle istituzioni

La diffusione incontrollata dei deepfakes ha spinto autorità e governi ad agire.

In Europa

La Commissione Europea ha inserito i deepfake nell’AI Act, obbligando chi diffonde contenuti manipolati a dichiararne la natura (art. 52, comma 3). La mancata trasparenza può costituire una violazione della normativa sulla protezione dei dati.

In Italia

Il Garante della Privacy ha prodotto un vademecum che descrive i pericoli legati ai deepfake porno, ai deepnude e al furto d’identità. Viene ribadita l’importanza del consenso esplicito per l’utilizzo dell’immagine e della voce.

A livello globale

Stati come Stati Uniti, Cina e India stanno sviluppando leggi specifiche per contrastare i contenuti falsi generati con AI, soprattutto in ambito politico e sociale. Il dibattito è ancora in corso, ma c’è un consenso crescente sulla necessità di regolamentare l’uso dei deepfake.

Celebrities deepfakes: tra ironia e pericolo

Molti dei primi deepfakes hanno coinvolto celebrità: da Tom Cruise a Keanu Reeves, da Barack Obama a Elon Musk. Spesso si trattava di contenuti parodici o satirici, diffusi su YouTube o TikTok per divertimento.

Ma non tutti i celebrities deepfakes hanno finalità innocue. Alcuni sono stati utilizzati per:

  • Campagne di disinformazione politica
  • Creazione di deepfake porno
  • Truffe legate a criptovalute
  • Generazione di contenuti virali falsi per attirare traffico verso siti pubblicitari

Anche se le celebrità hanno i mezzi legali per intervenire, i deepfake rappresentano un precedente pericoloso che può colpire chiunque.

Oltre i video: l’ecosistema dei media sintetici

Non bisogna pensare ai deepfake solo come video manipolati. L’ecosistema dell’inganno digitale si sta ampliando:

  • Voci clonate per truffe aziendali
  • Foto sintetiche usate per creare profili falsi nei social
  • Chatbot intelligenti che impersonano persone reali
  • Realtà aumentata e avatar 3D che ricreano digitalmente individui esistenti

Si sta delineando un futuro in cui ogni forma di contenuto digitale potrà essere sintetizzata, alterata o creata artificialmente, rendendo sempre più difficile distinguere il vero dal falso.


Domande frequenti

  1. I deepfake sono illegali?
    Dipende dall’uso. Se violano la privacy, diffamano o sono usati per truffare, possono essere perseguiti penalmente.
  2. Come si riconosce un deepfake?
    Attraverso segnali come movimenti innaturali, ombre incoerenti, sincronizzazione labiale errata, o usando software di rilevamento AI.
  3. Cosa sono i deepfake porno?
    Contenuti a sfondo sessuale falsificati, in cui i volti delle persone (spesso ignare) sono sovrapposti a corpi nudi o in pose esplicite.
  4. Come si possono prevenire i deepfake?
    Limitando la diffusione di dati personali, usando strumenti di detection, informandosi e segnalando contenuti sospetti.
  5. I deepfake possono ingannare i sistemi biometrici?
    Sì, i video e gli audio manipolati possono aggirare alcuni sistemi di riconoscimento facciale o vocale.
To top