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Ecco il Vademecum del governo: Buone pratiche di cyber security di base per i dipendenti della PA

Perché ogni dipendente pubblico può diventare il primo scudo contro gli hacker

il Vademecum

Indice dei contenuti

  • Il digitale è un campo minato: servono comportamenti consapevoli
  • Le guerre si combattono anche nel cyberspazio
  • L’anello debole… o la prima difesa
  • Le minacce più comuni: cosa può mandare offline un’intera amministrazione
  • Le regole salvavita della cyber security pubblica
  • L’intelligenza artificiale può ricordare troppo
  • La sicurezza non è solo IT, è cultura

Il digitale è un campo minato: servono comportamenti consapevoli

Viviamo in un contesto in cui le minacce informatiche aumentano ogni giorno. Dalle truffe via phishing, ai ransomware, passando per furti di credenziali e l’uso malevolo dell’intelligenza artificiale. Ma la verità è scomoda: più del 50% degli attacchi alla Pubblica Amministrazione nasce da errori umani. Basta un clic sbagliato per mettere a rischio interi sistemi.

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Le guerre si combattono anche nel cyberspazio

Oggi gli attacchi cyber sono spesso collegati a crisi geopolitiche: il conflitto russo-ucraino, le tensioni in Medio Oriente e altri scenari internazionali si traducono in attacchi digitali che colpiscono ovunque, anche in Italia.

Le PA sono bersagli privilegiati: ospedali bloccati, dati sanitari pubblicati sul dark web, università e comuni paralizzatida malware. E ogni attacco ha un costo, economico ma anche reputazionale.

L’anello debole… o la prima difesa

Il proverbio è chiaro: il punto più vulnerabile si trova tra la tastiera e la sedia. Ma può anche diventare il più solido baluardo. Governance, tecnologia e comportamenti individuali sono i tre pilastri della sicurezza informatica. E proprio i comportamenti quotidiani fanno la differenza tra un sistema sicuro e una catastrofe digitale.

Le minacce più comuni: cosa può mandare offline un’intera amministrazione

Un semplice link malevolo in una mail finta può compromettere tutta l’amministrazione. Credenziali rubate, email compromesse, software installati senza controllo: tutto può diventare la porta d’ingresso per un attacco. L’obiettivo? Spesso bloccare i sistemi, chiedere un riscatto, rubare dati sensibili.

Le regole salvavita della cyber security pubblica

Ecco le 12 buone pratiche per lavorare in sicurezza ogni giorno nella PA:

  1. Attiva l’autenticazione a più fattori (MFA)
  2. Usa password robuste e differenti per lavoro e vita privata
  3. Blocca sempre il dispositivo quando ti allontani
  4. Aggiorna subito i sistemi, senza rimandare
  5. Installa solo software autorizzato
  6. Usa solo dispositivi ufficiali della PA
  7. Diffida di email urgenti o con link sospetti
  8. Segnala immediatamente la perdita di dispositivi
  9. Evita le Wi-Fi pubbliche non protette
  10. Segnala ogni anomalia, anche piccola
  11. Usa la email istituzionale solo per attività ufficiali
  12. Non inserire mai dati sensibili nelle chat AI

L’intelligenza artificiale può ricordare troppo

Strumenti come chatbot e AI generativa non sono progettati per garantire riservatezza. Ogni volta che si incolla un documento in una chat, quel contenuto può diventare parte dell’addestramento AI. E può riemergere, in futuro, fuori contesto e nelle mani sbagliate.

La sicurezza non è solo IT, è cultura

Proteggere i dati della PA significa rafforzare il rapporto di fiducia con i cittadini, evitare sanzioni e garantire continuità nei servizi. Per questo le amministrazioni devono agire subito: servono regole chiare, formazione continua, e vigilanza interna.

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