Indice dei contenuti
- Una risposta concreta alle minacce informatiche in Europa
- Hub nazionali e transfrontalieri: i nuovi centri operativi
- Cyber Security Emergency Mechanism: un nuovo sistema di risposta alle emergenze
- EU Cyber Security Reserve: un pool di esperti per la sicurezza dell’UE
- Il ruolo dell’emendamento al Cyber Security Act
- Un cambiamento di paradigma nella cyber security europea
L’Unione Europea ha approvato il Cyber Solidarity Act, un nuovo regolamento pensato per rafforzare la capacità di rilevare, prevenire e rispondere agli attacchi informatici. Il Regolamento (UE) 2025/38 è stato ufficialmente adottato il 19 dicembre 2024 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 15 gennaio 2025.
Intitolato “Regolamento che stabilisce misure intese a rafforzare la solidarietà e le capacità dell’Unione di rilevamento delle minacce e degli incidenti informatici e di preparazione e risposta agli stessi, e che modifica il regolamento (UE) 2021/694 (regolamento sulla cibersolidarietà)” questa normativa mira a migliorare la cooperazione tra gli Stati membri, creando infrastrutture condivise e strumenti operativi per affrontare le minacce informatiche su scala europea.
Il provvedimento, parte di un più ampio pacchetto di cyber security, include anche un emendamento al Cyber Security Act del 2019, con l’obiettivo di standardizzare i servizi di sicurezza informatica e favorire la collaborazione tra enti pubblici e privati.
Con il crescente numero di incidenti informatici, il Cyber Solidarity Act introduce un cyber security emergency mechanism, nuovi centri operativi e una EU cyber security reserve, elementi fondamentali per garantire una protezione più efficace delle infrastrutture critiche.
Una risposta concreta alle minacce informatiche in Europa
Negli ultimi anni, gli attacchi informatici sono aumentati in frequenza e complessità, colpendo infrastrutture essenziali come reti energetiche, ospedali e istituzioni finanziarie. Il rischio di large-scale cyber security incidents ha spinto l’Unione Europea a creare un approccio più coordinato e proattivo.
Il Cyber Solidarity Act rappresenta un passo fondamentale verso la costruzione di un sistema europeo più resiliente, capace di affrontare minacce nazionali e transfrontaliere con strumenti avanzati di prevenzione e risposta.
Hub nazionali e transfrontalieri: i nuovi centri operativi
Uno degli elementi centrali del Cyber Solidarity Act è la creazione di una rete di hub nazionali e transfrontalieridedicati alla cybersicurezza. Questi centri operativi, distribuiti tra i vari Stati membri, avranno il compito di monitorare in tempo reale le minacce informatiche, condividere informazioni critiche e coordinare le risposte agli attacchi informatici.
L’obiettivo principale è creare un’infrastruttura di sicurezza digitale in grado di superare i confini nazionali, garantendo una difesa collettiva contro gli incidenti informatici. La crescente interconnessione delle infrastrutture europee – dalle reti energetiche ai sistemi sanitari – richiede infatti un approccio nazionale e transfrontaliero alla gestione delle minacce.
Il ruolo degli hub nazionali nella cyber security europea
Ogni Stato membro istituirà un hub nazionale, che fungerà da punto di riferimento per la cybersicurezza a livello locale. Le loro funzioni principali includono:
- Monitoraggio delle minacce
Raccolta e analisi di dati sugli attacchi informatici per individuare modelli ricorrenti e nuove tecniche utilizzate dai cybercriminali.
- Prevenzione e mitigazione
Identificazione delle vulnerabilità nei sistemi informatici nazionali e implementazione di misure di protezione avanzate.
- Supporto agli enti pubblici e privati
Assistenza alle infrastrutture critiche, alle aziende e alle istituzioni nell’adozione di strategie di sicurezza efficaci.
- Coordinamento con l’ENISA
Gli hub nazionali collaboreranno con l’Agenzia dell’Unione Europea per la Cybersicurezza (ENISA) per garantire una risposta uniforme alle minacce in tutto il continente.
Questa rete decentralizzata permetterà agli Stati membri di migliorare la propria resilienza informatica, senza perdere l’autonomia nella gestione delle risorse e delle strategie di sicurezza.
Cross border cyber hubs: la cooperazione oltre i confini nazionali
Oltre agli hub nazionali, il Cyber Solidarity Act prevede anche la creazione di cross border cyber hubs, ovvero centri operativi transfrontalieri gestiti da più Stati membri in collaborazione.
Questi hub transfrontalieri avranno il compito di:
- coordinare la risposta agli attacchi informatici su scala europea, garantendo una condivisione tempestiva delle informazioni tra i Paesi coinvolti;
- sfruttare tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e l’analisi dei big data per rilevare minacce emergenti;
- supportare operazioni congiunte tra più Stati membri in caso di large-scale cyber security incidents;
- promuovere la condivisione di competenze e risorse, facilitando la collaborazione tra i team di cyber security di diversi Paesi.
Questi hub transfrontalieri saranno composti da almeno tre Stati membri, garantendo un alto livello di cooperazione e sinergia tra le autorità nazionali. La loro creazione rappresenta un passo avanti significativo nella costruzione di un sistema di sicurezza digitale unificato e integrato a livello europeo.
Tecnologie e strumenti a supporto degli hub
Per garantire un’azione efficace, gli hub nazionali e transfrontalieri utilizzeranno strumenti e tecnologie all’avanguardia, tra cui:
- sistemi di threat intelligence per il rilevamento automatico degli attacchi informatici;
- piattaforme di condivisione dati tra gli Stati membri, basate su standard di sicurezza elevati;
- machine learning e intelligenza artificiale per analizzare grandi quantità di dati e individuare anomalie;
- cyber range per simulare attacchi e testare la capacità di risposta dei team di sicurezza.
Questi strumenti renderanno gli hub nazionali e transfrontalieri fondamentali non solo per la risposta agli incidenti, ma anche per la prevenzione delle minacce informatiche.
L’importanza della collaborazione tra pubblico e privato
Gli hub nazionali e transfrontalieri non si limiteranno a collaborare con le istituzioni europee, ma avranno un ruolo chiave anche nella creazione di partnership con il settore privato.
Le aziende tecnologiche, i fornitori di servizi di sicurezza e le infrastrutture critiche potranno partecipare attivamente alla rete di cyber security europea, condividendo informazioni su minacce emergenti e ricevendo supporto in caso di attacchi.
Questa collaborazione tra pubblico e privato sarà essenziale per garantire una protezione efficace di settori strategici come:
- Energia
Reti elettriche, impianti nucleari, oleodotti e gasdotti
- Trasporti
Aeroporti, ferrovie, porti e sistemi di traffico intelligente
- Sanità
Ospedali, farmacie digitali, archivi sanitari elettronici
- Servizi finanziari
Banche, assicurazioni, sistemi di pagamento elettronici
L’integrazione tra settore pubblico e privato permetterà di sviluppare una cyber security più resiliente e dinamica, capace di adattarsi rapidamente alle nuove minacce.
Cyber Security Emergency Mechanism: un nuovo sistema di risposta alle emergenze
Uno degli elementi più innovativi del Cyber Solidarity Act è l’introduzione del Cyber Security Emergency Mechanism, un sistema progettato per garantire un intervento rapido ed efficace in caso di attacchi informatici su larga scala.
Negli ultimi anni, gli incidenti informatici hanno dimostrato quanto le minacce digitali possano avere conseguenze devastanti, non solo per le infrastrutture critiche, ma anche per l’economia e la sicurezza dei cittadini europei. La natura transfrontaliera di molti attacchi richiede una risposta coordinata tra gli Stati membri, superando le limitazioni dei singoli approcci nazionali.
Il Cyber Security Emergency Mechanism nasce proprio per affrontare questa sfida, garantendo che l’Unione Europea possa agire tempestivamente di fronte a situazioni di crisi, riducendo i tempi di reazione e i danni potenziali.
Come funziona il Cyber Security Emergency Mechanism?
Il meccanismo di emergenza è strutturato su tre pilastri fondamentali:
Rilevamento e prevenzione delle minacce
- monitoraggio costante delle vulnerabilità nei settori critici, tra cui energia, trasporti, sanità e finanza;
- analisi avanzata delle minacce attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale e di tecnologie di threat intelligence;
- collaborazione tra i centri operativi nazionali e transfrontalieri per una condivisione tempestiva delle informazioni sugli incidenti informatici.
Risposta rapida agli attacchi
- attivazione immediata di squadre di esperti e risorse tecniche per contenere l’attacco e mitigare i danni;
- implementazione di protocolli di sicurezza condivisi per garantire un’azione coordinata tra più Stati membri;
- intervento della EU Cyber Security Reserve, composta da fornitori di servizi certificati pronti a supportare le operazioni di emergenza.
Ripristino e resilienza post-attacco
- supporto alle infrastrutture colpite per il ripristino delle funzionalità operative;
- valutazione post-incidente per identificare le vulnerabilità sfruttate e rafforzare la sicurezza a lungo termine;
- formazione e aggiornamento continuo per garantire che le organizzazioni pubbliche e private siano pronte a gestire nuove minacce.
Attivazione del Cyber Security Emergency Mechanism: chi decide e come si interviene?
L’attivazione del meccanismo di emergenza segue una procedura ben definita:
- Segnalazione dell’incidente
Un attacco informatico di grande portata viene individuato da un centro operativo o da un’agenzia di cybersicurezza di uno Stato membro.
- Valutazione del rischio
Le autorità competenti, in collaborazione con ENISA (Agenzia dell’Unione Europea per la Cybersicurezza), analizzano l’entità della minaccia e determinano se l’evento richiede un intervento coordinato a livello UE.
- Attivazione della EU Cyber Security Reserve
Se l’incidente viene classificato come una minaccia critica, vengono mobilitate le risorse della EU Cyber Security Reserve, che includono esperti, strumenti tecnologici e fornitori certificati.
- Intervento coordinato
Il team di emergenza lavora in sinergia con gli Stati membri per contenere l’attacco, ripristinare i servizi e prevenire ulteriori danni.
Un sistema proattivo, non solo reattivo
A differenza di altri sistemi di gestione delle crisi informatiche, il Cyber Security Emergency Mechanism non si limita a intervenire dopo un attacco, ma include una forte componente di prevenzione e preparazione.
L’Unione Europea ha infatti previsto finanziamenti specifici per:
- test di simulazione e stress test per valutare la resilienza delle infrastrutture critiche;
- programmi di formazione e sensibilizzazione per migliorare la preparazione dei professionisti della sicurezza informatica;
- sviluppo di standard comuni per garantire un livello uniforme di protezione tra tutti gli Stati membri.

EU Cyber Security Reserve: un pool di esperti per la sicurezza dell’UE
Un altro elemento innovativo è la creazione della EU Cyber Security Reserve, un gruppo di fornitori di servizi certificati che potranno essere attivati in caso di emergenza.
Questa riserva permetterà agli Stati membri di accedere a risorse altamente specializzate per la gestione degli incidenti informatici, evitando ritardi nelle operazioni di mitigazione del danno.
Gli operatori della EU Cyber Security Reserve dovranno rispettare standard elevati di sicurezza e garantire la disponibilità di:
- strumenti di rilevamento avanzati;
- supporto operativo su vasta scala;
- procedure di risposta coordinate tra più Paesi.
Il ruolo dell’emendamento al Cyber Security Act
Parallelamente al Cyber Solidarity Act, l’UE ha introdotto un aggiornamento del Cyber Security Act del 2019. Questo emendamento punta a:
- standardizzare la certificazione dei servizi di sicurezza informatica;
- creare un mercato unico per i Managed Security Services (MSS);
- rafforzare la fiducia tra aziende e fornitori di sicurezza certificati.
L’obiettivo è garantire che tutti gli operatori coinvolti nella protezione delle infrastrutture critiche rispettino gli stessi standard elevati di sicurezza.
Un cambiamento di paradigma nella cyber security europea
L’adozione del Cyber Solidarity Act segna una svolta nell’approccio dell’Unione Europea alla sicurezza informatica. L’attenzione non è più solo sulla risposta agli incidenti, ma anche sulla preparazione e prevenzione, con un maggiore coordinamento tra gli Stati membri.
Investire nella cyber security è ormai una priorità strategica per l’UE, non solo per proteggere infrastrutture e cittadini, ma anche per rafforzare la competitività del settore tecnologico europeo a livello globale.
Il successo di questo nuovo framework dipenderà dalla capacità degli Stati membri di collaborare efficacemente, implementando le nuove misure con un approccio unificato.
Domande e risposte
- Cos’è il Cyber Solidarity Act?
È una normativa europea approvata per migliorare la sicurezza informatica e la collaborazione tra gli Stati membri nella gestione delle minacce informatiche. - Quando è stato approvato il Cyber Solidarity Act?
Il regolamento è stato proposto nell’aprile 2023 ed è stato approvato ufficialmente nel gennaio 2025. - Qual è l’obiettivo del Cyber Solidarity Act?
Creare un sistema europeo coordinato per rilevare, prevenire e rispondere agli attacchi informatici su vasta scala. - Cosa sono gli hub nazionali e transfrontalieri?
Sono centri operativi dedicati al monitoraggio delle minacce e alla condivisione di informazioni tra gli Stati membri. - In cosa consiste il Cyber Security Emergency Mechanism?
È un sistema che consente una risposta immediata alle crisi informatiche, coordinando le risorse tra i Paesi dell’UE. - Cos’è la EU Cyber Security Reserve?
Un insieme di fornitori di servizi di sicurezza certificati, attivabili in caso di emergenza per supportare gli Stati membri. - Qual è la differenza tra il Cyber Solidarity Act e il Cyber Security Act?
Il Cyber Solidarity Act introduce nuove misure di emergenza, mentre il Cyber Security Act del 2019 regolamenta la certificazione dei servizi di sicurezza. - Quali vantaggi porta il Cyber Solidarity Act alle aziende europee?
Maggiore protezione contro gli attacchi informatici, standard di sicurezza più elevati e un mercato più coeso per i servizi di cyber security. - Il Cyber Solidarity Act prevede finanziamenti per la cyber security?
Sì, il programma Europa Digitale è stato ampliato con oltre 800 milioni di euro destinati alla sicurezza informatica. - Quali sono le sfide dell’implementazione del Cyber Solidarity Act?
Assicurare una collaborazione efficace tra gli Stati membri e garantire che le nuove misure siano attuate in modo uniforme.