Indice dei contenuti
- Fair use e copyright
- Il diritto d’autore in Italia: regole ed eccezioni
- Il “fair use”: significato nella copyright law statunitense
- Il caso Google vs Oracle: l’accusa di violazione del diritto d’autore
- Il dissenso del giudice Clarence Thomas
Fair use e copyright
Nel mondo del software e dei contenuti digitali, il confine tra utilizzo lecito e violazione del diritto d’autore è spesso sottile e controverso. In particolare, sviluppatori e aziende che operano a livello globale devono confrontarsi con sistemi giuridici molto diversi tra loro.
Se da un lato il diritto continentale, come quello italiano, propone un elenco tassativo di eccezioni al diritto d’autore, il sistema anglosassone si fonda sul più elastico concetto di fair use, o “uso corretto”.
Un caso emblematico, che ha scosso l’intero settore tecnologico, è stato quello tra Google e Oracle, iniziato nel 2010 e conclusosi nel 2021 con una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti.
Il contenzioso, incentrato sull’utilizzo di API protette da copyright, è diventato un punto di riferimento mondiale per comprendere come i diversi ordinamenti gestiscono l’utilizzo di opere protette da copyright, soprattutto in ambito software.
Il diritto d’autore in Italia: regole ed eccezioni
In Italia, la tutela delle opere protette da copyright è disciplinata dalla Legge 22 aprile 1941, n. 633, che stabilisce un insieme rigido di norme e eccezioni al diritto d’autore.
Chi realizza un’opera creativa che sia un testo, una melodia, un programma informatico o un film ottiene diritti esclusivi sia morali sia economici. Questo significa che può decidere come, dove e da chi l’opera venga utilizzata, e ottenere un compenso ogni volta che l’opera genera valore.
Tuttavia, la legge prevede alcune situazioni specifiche in cui l’opera altrui può essere utilizzata senza il consenso dell’autore.
Esempio
Queste eccezioni rientrano tra quelle previste dagli articoli 65-71 decies della legge e si applicano a fini di critica, parodia, insegnamento, cronaca o ricerca scientifica. Si tratta comunque di un elenco chiuso, che non può essere esteso per analogia, rendendo difficile valutare nuovi casi che non rientrano espressamente tra quelli previsti.
Il “fair use”: significato nella copyright law statunitense
Negli Stati Uniti, invece, la copyright law adotta un approccio molto diverso, codificato nella Section 107 del Copyright Act. Qui, l’utilizzo di un’opera può essere considerato legittimo anche in assenza del consenso dell’autore, purché rientri nei parametri del cosiddetto fair use.
Questo non è un elenco chiuso di eccezioni, ma una valutazione sul carattere di un caso per caso (character of a case by case basis), basata su quattro fattori principali:
Scopo e natura dell’utilizzo
- Se l’utilizzo è per finalità non commerciali, educative o trasformative, ha maggiori probabilità di rientrare nel libero utilizzo ammesso dal fair use.
- Uno scopo di lucro può essere considerato penalizzante, a meno che l’opera non venga modificata o reinterpretata in modo sostanziale.
Natura dell’opera protetta
- Le opere di carattere informativo (manuali, articoli scientifici) sono meno protette rispetto a opere altamente creative (romanzi, brani musicali), perché si ritiene che debbano circolare più liberamente.
Quantità e sostanzialità della parte utilizzata
- L’analisi verte sulla substantiality of a case by case basis: si valuta non solo quanto è stato copiato, ma anche se la parte utilizzata costituisce il “cuore” dell’opera.
Effetto sul mercato potenziale dell’opera protetta
- Se l’utilizzo va in concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera, compromettendone la valutazione economica, è improbabile che venga considerato fair use.
Il caso Google vs Oracle: l’accusa di violazione del diritto d’autore
Il caso Google vs Oracle nasce da un’accusa di violazione del diritto d’autore mossa da Oracle contro Google per aver utilizzato senza autorizzazione circa 11.500 righe di codice Java nella realizzazione del sistema operativo Android.
Oracle sosteneva che anche le API Java rientrano tra le opere protette da copyright, mentre Google difendeva il proprio operato invocando la dottrina del fair use.
Il fulcro della disputa era se l’utilizzo di opere protette, in particolare le API, fosse lecito in quanto necessario a garantire l’interoperabilità tra sistemi, oppure se costituisse un atto illecito volto a sfruttare indebitamente il lavoro altrui.
La battaglia legale, durata oltre un decennio, è passata attraverso vari gradi di giudizio e ha suscitato reazioni contrastanti nella comunità tecnologica e giuridica.
La sentenza della Corte Suprema USA (2021)
Nel 2021, la Supreme Court degli Stati Uniti ha concluso che l’uso fatto da Google rientrava nel fair use. Esaminando uno per uno i quattro fattori previsti dalla copyright law, i giudici hanno riconosciuto che:
- L’opera altrui era stata usata con scopo trasformativo
Google non si era limitata a copiare, ma aveva adattato il codice in un nuovo contesto, per costruire una piattaforma che permettesse la creazione di nuove app da parte di terzi sviluppatori. - La natura dell’opera protetta era funzionale più che creativa
Le API servono a garantire interoperabilità e non costituiscono, di per sé, un’espressione artistica. - La quantità e rilevanza del codice utilizzato (0,4%) era minima, e mirava a replicare solo la parte necessaria a garantire compatibilità, senza compromettere il cuore creativo dell’opera originale.
- L’uso sul mercato potenziale dell’opera di Oracle non è stato pregiudicato. Al contrario, Android ha generato un ecosistema autonomo, anziché sostituirsi all’offerta commerciale di Oracle.
La Corte ha sottolineato che, sebbene l’uso avesse uno scopo di lucro, questo non ne compromette automaticamente la legittimità, specie in presenza di un’utilizzazione economica dell’opera che porti a innovazione, trasformazione e sviluppo di nuove opportunità di mercato.
Il dissenso del giudice Clarence Thomas
Non tutti i giudici erano d’accordo. Il giudice Clarence Thomas, con il sostegno del giudice Alito, ha espresso una forte opinione dissenziente. Secondo Thomas, la Corte avrebbe dovuto prima stabilire se le API fossero effettivamente protette da diritto d’autore secondo il Copyright Act.
Nel suo parere, Thomas ha sottolineato che le API, pur essendo funzionali, incorporano scelte creative, e quindi dovrebbero essere considerate pienamente tutelabili. Inoltre, ha criticato l’idea che Google abbia agito con intento trasformativo: a suo giudizio, Android è un prodotto concorrente diretto, creato con l’obiettivo di dominare il mercato mobile, danneggiando gravemente le possibilità di utilizzazione economica dell’opera originale.
Secondo Thomas, l’uso da parte di Google ha avuto un impatto negativo sul valore dell’opera protetta, causando la perdita di miliardi in licenze per Oracle. L’effetto sul mercato è quindi rilevante, e pesa contro la tesi del fair use.
Conclusioni
Il caso Google vs Oracle rappresenta un esempio chiave di come i diversi sistemi giuridici affrontano il tema del copyright software. In Italia, l’approccio rimane rigidamente ancorato a un elenco tassativo di eccezioni al diritto d’autore, mentre negli Stati Uniti prevale un criterio di valutazione caso per caso, che offre maggiore flessibilità ma anche incertezza.
Comprendere questi modelli è fondamentale per chi opera in un contesto internazionale. Il fair use, se interpretato correttamente, può favorire l’innovazione, l’accesso alla conoscenza e la libertà creativa, senza compromettere la giusta remunerazione dell’autore.
Tuttavia, come dimostrano le divergenze nella sentenza, resta cruciale valutare ogni fattore con attenzione, per evitare che il libero utilizzo si trasformi in abuso e concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera.
Fonti utilizzate
- Legge italiana sul diritto d’autore: Legge 22 aprile 1941, n. 633
- U.S. Copyright Act – Section 107: www.copyright.gov
- Sentenza Google LLC v. Oracle America, Inc., 593 U.S. ___ (2021), disponibile su supremecourt.gov
- Harvard Law Review: Commento alla sentenza su https://harvardlawreview.org
Domande e risposte
- Cos’è il fair use nella legge statunitense?
È una dottrina che consente l’uso di opere protette senza permesso, se l’uso è ritenuto equo secondo quattro criteri legali. - Le API possono essere protette da copyright?
Secondo alcune interpretazioni sì, ma la questione resta controversa, come dimostrato dal caso Google vs Oracle. - Cosa si intende per uso trasformativo?
È un utilizzo che dà all’opera una nuova espressione, significato o messaggio, diverso da quello originale. - Il fair use vale anche in Italia?
No, in Italia esistono solo eccezioni tassative al diritto d’autore, elencate per legge. - Cosa succede se un’opera viene usata per scopo di lucro?
Lo scopo di lucro non esclude automaticamente il fair use, ma rende la valutazione più stringente. - Che impatto ha l’uso sul mercato dell’opera originale?
Se l’uso danneggia il valore commerciale dell’opera, è improbabile che sia ritenuto fair use. - Il software è sempre protetto da copyright?
Sì, ma l’estensione della tutela varia in base al tipo di codice e alla creatività dell’opera. - Cosa vuol dire “case by case basis”?
Significa che ogni caso viene valutato individualmente, senza automatismi, sulla base di fattori specifici. - L’uso di opere altrui per critica è lecito?
Sì, purché rientri nelle eccezioni al diritto d’autore previste dalla legge italiana o nel fair use americano. - Qual è la differenza tra copyright e diritto d’autore?
Sono concetti simili: “copyright” è usato nei paesi anglosassoni, mentre “diritto d’autore” in quelli di diritto continentale.