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Approfondimento Tech

Google reCAPTCHA: guida completa e utilizzo

Scopri cos’è Google reCAPTCHA, come funziona, come attivarlo e usarlo su siti web per bloccare spam e proteggere moduli di contatto.

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Indice dei contenuti

  • Google reCAPTCHA: cos’è e a cosa serve
  • Le versioni di Google reCAPTCHA
  • Differenze tra reCAPTCHA v2 e reCAPTCHA v3
  • Come attivare Google reCAPTCHA
  • Integrare reCAPTCHA nei siti web
  • Vantaggi di Google reCAPTCHA
  • Casi d’uso più comuni
  • Possibili limiti e criticità
  • Ulteriori informazioni e risorse utili

Chi gestisce siti web conosce bene quanto sia fastidioso il problema dello spam. Commenti automatici, registrazioni false e invii fraudolenti di moduli di contatto possono compromettere la sicurezza e la reputazione di una piattaforma. Una delle soluzioni più efficaci messe a disposizione da Google è Google reCAPTCHA, un sistema di protezione intelligente che permette di distinguere gli utenti reali dai bot.

In questa guida approfondiremo in dettaglio che cos’è reCAPTCHA Google, come funziona, quali sono le differenze tra le versioni disponibili (reCAPTCHA v2 e reCAPTCHA v3), come utilizzare correttamente il servizio e soprattutto come attivare reCAPTCHA Google attraverso la Google reCAPTCHA Admin Console.

Vedremo inoltre casi d’uso concreti, come la protezione dei moduli, dei commenti e delle aree di login, e analizzeremo i pro e contro di questa tecnologia.

Google reCAPTCHA: cos’è e a cosa serve

Google reCAPTCHA è un servizio gratuito che consente di proteggere i siti web da traffico malevolo e attività automatizzate. Il termine reCAPTCHA nasce dalla fusione tra “CAPTCHA” (Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart) e l’integrazione sviluppata da Google a partire dal 2009.

Il suo scopo è semplice: verificare che chi sta utilizzando un modulo o interagendo con un sito sia effettivamente un essere umano, e non un software automatizzato che potrebbe inviare spam o tentare un attacco brute force.

Rispetto ai vecchi sistemi di verifica, che obbligavano gli utenti a digitare testi distorti o riconoscere immagini complicate, reCAPTCHA Google utilizza algoritmi avanzati e sistemi di apprendimento automatico. Questo garantisce maggiore sicurezza e una migliore esperienza utente, riducendo al minimo l’interruzione della navigazione.

Le versioni di Google reCAPTCHA

Nel corso degli anni, Google ha sviluppato diverse versioni di reCAPTCHA, ognuna con caratteristiche specifiche e modalità di utilizzo differenti.

reCAPTCHA v2

La versione più nota e ancora oggi molto diffusa è reCAPTCHA v2. Qui l’utente deve completare una semplice azione per dimostrare di non essere un bot. Le modalità più comuni sono:

  • Il famoso checkbox “Non sono un robot”.
  • La selezione di immagini in cui bisogna riconoscere oggetti specifici (ad esempio semafori o automobili).

Pur essendo efficace, questa versione può risultare talvolta invasiva, soprattutto per gli utenti che navigano da mobile.

reCAPTCHA v3

Con l’introduzione di Google reCAPTCHA v3, l’esperienza è diventata molto più fluida. Questa versione funziona in background e assegna un punteggio all’interazione dell’utente con il sito, valutando se il comportamento “potrebbe essere” sospetto o legittimo.

In pratica, l’utente non deve più compiere azioni visibili: è il sistema a decidere se l’accesso è sicuro, lasciando eventualmente al proprietario del sito la possibilità di applicare regole più o meno restrittive.

reCAPTCHA v3 si integra facilmente con i moduli di login, di registrazione e di pagamento, risultando ideale per siti e-commerce o piattaforme che richiedono interazioni frequenti.

Differenze tra reCAPTCHA v2 e reCAPTCHA v3

Capire le differenze tra reCAPTCHA v2 e reCAPTCHA v3 è fondamentale per scegliere la soluzione più adatta al proprio progetto.

  • Interazione dell’utente
    reCAPTCHA v2 richiede un’azione esplicita, mentre reCAPTCHA v3 lavora in background.
  • Esperienza di navigazione
    v2 può interrompere il flusso con richieste di verifica; v3 è invisibile.
  • Gestione del rischio
    Con v2 la protezione è immediata e binaria (sei umano o bot); con v3 l’analisi è più raffinata e basata su punteggi.
  • Applicazioni
    v2 è utile per moduli semplici e blog; v3 è più adatto a siti complessi, piattaforme e-commerce o sistemi di autenticazione.

In molti casi, Google consiglia di utilizzare reCAPTCHA v3 per i progetti più moderni, mantenendo v2 solo laddove l’interazione utente sia minima.

Come attivare Google reCAPTCHA

Per utilizzare il servizio è necessario avere un account Google e registrare il proprio dominio all’interno della Google reCAPTCHA Admin Console. Vediamo i passaggi principali.

  • Accedi alla Google reCAPTCHA Admin Console.
  • Fai login con il tuo account Google.
  • Clicca su + (Crea) per aggiungere un nuovo sito.
  • Assegna un’etichetta al progetto (ad esempio “Sito aziendale”).
  • Seleziona la versione che desideri utilizzare (reCAPTCHA v2 o reCAPTCHA v3).
  • Inserisci i domini o i pacchetti di nomi host su cui applicare la protezione.
  • Accetta i termini di servizio e completa la registrazione.

Una volta terminato, riceverai due codici:

  • Una chiave del sito (Site Key) da inserire nel tuo codice HTML.
  • Una chiave segreta (Secret Key) da utilizzare lato server per la validazione.

Senza la chiave segreta, infatti, non è possibile verificare la correttezza della risposta generata dal reCAPTCHA.

Integrazione di reCAPTCHA v2

Integrare reCAPTCHA nei siti web

Dopo aver ottenuto le chiavi, bisogna integrare il sistema nel proprio sito web. Il metodo varia a seconda della versione scelta.

Integrazione di reCAPTCHA v2

Per reCAPTCHA v2, il codice HTML tipico da inserire in un modulo di contatto è il seguente:

<form action="verifica.php" method="post">

  <label for="nome">Nome</label>

  <input type="text" name="nome" id="nome" required>

    <label for="email">Email</label>

  <input type="email" name="email" id="email" required>

    <div class="g-recaptcha" data-sitekey="LA_TUA_SITE_KEY"></div>

    <input type="submit" value="Invia">

</form>

<script src="https://www.google.com/recaptcha/api.js" async defer></script>

Il server, attraverso la chiave segreta, verifica la validità della risposta.

Integrazione di reCAPTCHA v3

Per reCAPTCHA v3, invece, il codice è leggermente diverso:

<script src="https://www.google.com/recaptcha/api.js?render=LA_TUA_SITE_KEY"></script>

<script>

grecaptcha.ready(function() {

    grecaptcha.execute('LA_TUA_SITE_KEY', {action: 'contatto'}).then(function(token) {

       document.getElementById("form-contatto").insertAdjacentHTML(

         'beforeend',

         '<input type="hidden" name="g-recaptcha-response" value="' + token + '">'

       );

    });

});

</script>

Il token generato viene inviato al server, che utilizza la chiave segreta per controllarne la validità.

Vantaggi di Google reCAPTCHA

L’utilizzo di reCAPTCHA Google offre numerosi vantaggi che lo rendono oggi lo strumento più diffuso per la protezione dei siti web.

Prima di tutto garantisce una protezione efficace contro lo spam e i bot, riducendo drasticamente il numero di commenti indesiderati, registrazioni false e invii fraudolenti di moduli di contatto.

Con reCAPTCHA v3, l’esperienza utente migliora sensibilmente perché il controllo è invisibile e non interrompe la navigazione. L’integrazione è semplice grazie a plugin dedicati nei principali CMS come WordPress, Joomla e Drupal. Google, inoltre, rilascia aggiornamenti costanti che migliorano sicurezza e algoritmi.

Un ulteriore vantaggio è la possibilità di personalizzazione: con reCAPTCHA v3 l’amministratore può definire una soglia di punteggio per bloccare azioni sospette, adattando la protezione alle proprie esigenze specifiche.

Casi d’uso più comuni

Il reCAPTCHA utilizzato nella maggior parte dei casi serve a proteggere aree specifiche del sito. Alcuni esempi concreti:

  • Moduli di contatto
    Impediscono a bot di inviare messaggi pubblicitari.
  • Registrazioni e login
    Proteggono gli account da creazioni automatiche o tentativi di accesso.
  • Commenti spam
    Molto diffusi nei blog, soprattutto su WordPress.
  • Form di pagamento
    Difendono da transazioni fraudolente o abusi.

Possibili limiti e criticità

Nonostante i numerosi vantaggi, reCAPTCHA Google presenta anche alcuni limiti che devono essere considerati attentamente.

Esempio
Con reCAPTCHA v2, la verifica con immagini o checkbox può risultare fastidiosa per gli utenti, soprattutto su dispositivi mobili o in condizioni di connessione lenta.

Con reCAPTCHA v3, invece, il sistema di punteggio non è sempre preciso: in alcuni casi, utenti legittimi potrebbero essere penalizzati e bloccati, mentre attività sospette potrebbero comunque superare il filtro.

Un altro aspetto riguarda l’accessibilità: non tutti gli utenti con disabilità trovano semplice interagire con i test visivi o sonori. Infine, l’affidamento esclusivo ai server Google potrebbe generare problemi di disponibilità in paesi con restrizioni o reti aziendali che limitano i servizi esterni.

Ulteriori informazioni e risorse utili

Per chi desidera approfondire, Google mette a disposizione una documentazione completa nella sua pagina ufficiale reCAPTCHA. Qui è possibile trovare:

  • Guide all’integrazione passo passo.
  • Esempi di codice per diversi linguaggi di programmazione.
  • Approfondimenti su sicurezza e algoritmi.

Inoltre, per chi utilizza CMS come WordPress, esistono plugin gratuiti che semplificano l’integrazione, senza richiedere conoscenze di programmazione.

Per concludere

La protezione dagli spam bot è diventata una necessità imprescindibile per qualsiasi sito web. Google reCAPTCHA rappresenta oggi la soluzione più diffusa ed efficace, grazie alla sua integrazione semplice, alla protezione avanzata e alla continua evoluzione tecnologica.

Che si tratti di un piccolo blog con commenti spam o di un grande portale e-commerce con migliaia di transazioni, saper utilizzare reCAPTCHA in maniera corretta fa la differenza tra un sito sicuro e uno vulnerabile.

Il consiglio finale è di valutare attentamente le proprie esigenze:

  • Se cerchi semplicità e immediatezza, opta per reCAPTCHA v2.
  • Se vuoi un’esperienza utente fluida e una protezione invisibile, scegli reCAPTCHA v3.

In entrambi i casi, l’uso della Google reCAPTCHA Admin Console e delle chiavi fornite da Google rimane il punto di partenza per configurare correttamente il servizio.


Domande e risposte

  1. Cos’è Google reCAPTCHA?
    È un servizio gratuito di Google che protegge i siti web da spam e bot, distinguendo utenti reali da software automatizzati.
  2. Quali versioni di reCAPTCHA esistono?
    Le principali sono reCAPTCHA v2, con checkbox e immagini, e reCAPTCHA v3, che funziona in background.
  3. Dove trovo la Google reCAPTCHA Admin Console?
    La console è disponibile all’indirizzo https://www.google.com/recaptcha/admin.
  4. Come attivare Google reCAPTCHA?
    Registrando il proprio sito nella Admin Console, scegliendo la versione desiderata e ottenendo chiave del sito e chiave segreta.
  5. Posso usare reCAPTCHA su più siti web?
    Sì, è possibile registrare più domini all’interno dello stesso account Google.
  6. Google reCAPTCHA è sempre gratuito?
    Sì, il servizio è gratuito per la maggior parte degli usi standard.
  7. Qual è la differenza tra reCAPTCHA v2 e v3?
    Il v2 richiede interazione esplicita, il v3 funziona in background assegnando punteggi.
  8. Posso utilizzare reCAPTCHA per i commenti spam di WordPress?
    Sì, tramite plugin dedicati che integrano facilmente le chiavi di Google.
  9. Cosa succede se non inserisco la chiave segreta?
    Il sistema non può validare le risposte e la protezione non funziona correttamente.
  10. Dove trovare ulteriori informazioni su reCAPTCHA?
    Sul sito ufficiale per sviluppatori Google e nella documentazione disponibile online.
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