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Notizie Flash

Google ti scrive? Attento, potrebbe essere un attacco hacker 

Un sofisticato schema di phishing sfrutta una vulnerabilità reale per rubare i tuoi dati. Ecco come riconoscerlo e difendersi.

Google sul schermo

Indice dei contenuti

  • Un attacco phishing che parla la lingua di Google
  • Il cuore dell’inganno: replay DKIM e domini Google falsificati
  • Oltre Google: la truffa si espande anche ad altri servizi
  • Come difendersi da questo tipo di attacco
  • La sicurezza passa anche dalla consapevolezza

Un attacco phishing che parla la lingua di Google

Una nuova minaccia informatica sta colpendo utenti ignari sfruttando una vulnerabilità nel sistema OAuth di Google, ovvero il protocollo che permette di autorizzare applicazioni di terze parti ad accedere alle informazioni personali senza condividere la password.

Il pericolo? Email apparentemente autentiche, generate da applicazioni malevole, che riescono a superare i controlli di sicurezza e spingono l’utente a concedere accessi riservati a dati personali. L’inganno è così ben costruito che persino i sistemi di posta elettronica lo riconoscono come messaggio legittimo.

Il cuore dell’inganno: replay DKIM e domini Google falsificati

Il trucco usato dagli hacker è tanto geniale quanto subdolo. Creano un’applicazione OAuth falsa, registrano un dominio ad hoc e riescono a far generare a Google una notifica di sicurezza reale, inviata poi alla vittima con un mittente firmato no-reply@google.com.

Grazie alla tecnica del replay DKIM, che sfrutta il sistema di firma delle email, il messaggio risulta verificato e legittimo, sfuggendo ai filtri antiphishing.

Ma non è tutto: i criminali replicano in modo perfetto le pagine ufficiali dei servizi Google, ospitandole su sottodomini verosimili, inducendo l’utente a inserire credenziali e informazioni personali.

Oltre Google: la truffa si espande anche ad altri servizi

Questa minaccia informatica non si limita a Google: secondo quanto riportato dagli esperti, attacchi simili sono stati osservati anche su PayPal e su altre piattaforme che utilizzano sistemi OAuth.

Il metodo cambia poco: un’app apparentemente innocua ottiene il permesso di inviare notifiche o accedere ad account, poi inganna l’utente portandolo su siti clone e rubando dati preziosi.

Come difendersi da questo tipo di attacco

Fino a quando Google non risolverà questa falla, la difesa è nelle mani degli utenti. Ecco le contromisure fondamentali:

  • Controlla le app autorizzate dal tuo account Google nella sezione Sicurezza, e revoca quelle sospette.
  • Non fidarti mai ciecamente di email da parte di Google, soprattutto se contengono richieste inusuali.
  • Verifica sempre i link prima di cliccare: anche se l’email sembra autentica, il sito potrebbe essere una trappola.
  • Cerca su internet eventuali messaggi ricevuti: se è una truffa in corso, probabilmente altri ne hanno già parlato.

La sicurezza passa anche dalla consapevolezza

Questa nuova ondata di attacchi sofisticati sfrutta la fiducia che gli utenti ripongono nei grandi brand digitali. Ma ricordiamoci che nessun sistema è infallibile e che i cybercriminali sanno benissimo come sfruttare ogni spiraglio per colpire.

Mantieni alta l’attenzione, verifica tutto e ricorda: se qualcosa ti sembra strano, probabilmente lo è.

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