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Minacce

Grooming online: minacce e difese

Il grooming online è una forma di adescamento sui social network con fini sessuali. Scopri come riconoscerlo e proteggere i minori.

Grooming sociale

Indice dei contenuti

  • Cos’è il grooming: definizione e contesto legale
  • Come si sviluppa il grooming online
  • Le tecniche di manipolazione psicologica
  • Grooming e social grooming: differenze e sovrapposizioni
  • Social networks e grooming: i luoghi del rischio
  • Il ruolo della polizia postale e della prevenzione
  • Segnali d’allarme per genitori e insegnanti
  • Grooming e responsabilità delle piattaforme
  • Conseguenze psicologiche e legali

La nostra realtà è dominata dalle nuove tecnologie. La comunicazione digitale ha rivoluzionato le relazioni personali, offrendo nella maggior parte dei casi enormi possibilità ma anche nuove minacce. Una di queste è il grooming, una pratica insidiosa che può colpire soprattutto i minori e si sviluppa attraverso i social networks, le app di messaggistica e altre reti o mezzi digitali.

Questo articolo analizza in modo approfondito cos’è il grooming, come si manifesta, quali tecniche utilizza e cosa possiamo fare per contrastarlo, soprattutto in ambito familiare, scolastico e giudiziario.

Cos’è il grooming: definizione e contesto legale

Il termine grooming deriva dal verbo to groom, che originariamente significa “curare”, “preparare”, ma che nel contesto informatico e criminale assume un significato ben più oscuro: si riferisce a qualsiasi atto volto a carpire la fiducia di un minore per abusarne sessualmente, spesso tramite contatto online.

In Italia, il grooming online è penalmente rilevante grazie alla legge 172/2012, che recepisce la Convenzione di Lanzarote del 2007.

L’articolo 609-undecies del Codice Penale prevede la punibilità per chiunque, tramite comunicazioni telematiche, intrattenga contatti con un minorenne al fine di compiere atti sessuali, produrre o ricevere materiale pedopornografico, o comunque con sfondo sessuale. Il reato si configura indipendentemente dal fatto che l’incontro fisico avvenga realmente.

Come si sviluppa il grooming online

Nel grooming online, il primo passo dell’adescatore è spesso la creazione di un profilo social falso, nel quale finge di avere un’età simile a quella della vittima. Da qui inizia un processo graduale di avvicinamento, che può essere lungo settimane o mesi, e si basa su tecniche di manipolazione psicologica sofisticate.

Il percorso tipico si articola in diverse fasi:

  • Contatto iniziale
    L’adescatore intercetta la potenziale vittima su social networks come Instagram, TikTok, Discord o Snapchat. Il primo messaggio può sembrare innocuo: un complimento, una battuta o una richiesta di amicizia.
  • Costruzione della fiducia
    Attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante altri account o amici fittizi, l’abusante cerca di ottenere la fiducia del minore. Può raccontare di avere gli stessi problemi o interessi, oppure fingere di essere un coetaneo in difficoltà.
  • Isolamento
    Una volta instaurata una relazione di fiducia, l’adescatore può essere molto persuasivo, spingendo la vittima a non parlare con i genitori o a cancellare le conversazioni, inducendola a sentirsi compresa solo da lui.
  • Richieste sessuali
    Nel momento in cui il minore è psicologicamente coinvolto, inizia la fase di richiesta di contenuti a sfondo sessuale, foto o video, oppure l’organizzazione di un incontro fisico. In molti casi, questi materiali vengono poi usati per ricattare la vittima, in quella che è una sovrapposizione con il fenomeno del sextortion.

Le tecniche di manipolazione psicologica

Uno degli aspetti più inquietanti del grooming online è la capacità degli adescatori di usare tecniche di manipolazione psicologica raffinate. La vittima, spesso di età inferiore ai 16 anni, può essere indotta a credere che si tratti di una relazione sentimentale. Questo processo può essere agevolato da dinamiche familiari fragili, isolamento sociale, disturbi affettivi o bassa autostima.

Gli adescatori spesso:

  • mostrano un’apparente empatia e ascolto;
  • promettono amore, regali o avventure;
  • mentono sulla propria età e identità;
  • inviano immagini personali per ottenere fiducia;
  • colpevolizzano la vittima se questa manifesta dubbi o vuole interrompere i contatti.

Il risultato è che la vittima non si sente manipolata, ma amata, apprezzata e compresa. Ed è proprio questa la forza distruttiva del grooming: non si percepisce come un abuso, almeno fino a quando è troppo tardi.

Grooming e social grooming: differenze e sovrapposizioni

In letteratura, il termine social grooming indica un comportamento animale o umano legato alla costruzione di legami sociali, che può essere anche positivo. Tuttavia, in ambito informatico, grooming e social grooming vengono a volte utilizzati come sinonimi per descrivere forme di adescamento online. In quest’ultimo caso, l’aggettivo “social” sottolinea l’uso delle piattaforme digitali come mezzo per manipolare e attrarre la vittima.

Il grooming online si distingue dunque come una forma deviata e pericolosa di socialità digitale, che sfrutta la normalità dell’interazione virtuale per introdurre contenuti e richieste inaccettabili.

Segno di alert

Social networks e grooming: i luoghi del rischio

Tra i canali preferiti dagli adescatori ci sono i social networks e le piattaforme usate quotidianamente dagli adolescenti. Alcune delle piattaforme più vulnerabili a questi attacchi sono:

  • Instagram (tramite Direct e Storie)
  • TikTok (tramite commenti e messaggi)
  • Snapchat (grazie alla temporaneità dei contenuti)
  • Discord (ambiente di gioco, voce e chat)
  • WhatsApp e Telegram
  • Chat nei videogiochi online

Anche piattaforme di live streaming e siti di dating possono essere usate da minori o da soggetti che si spacciano per tali, rendendo difficile il controllo da parte dei genitori. La polizia postale segnala frequentemente casi in cui i predatori utilizzano più profili o altre reti o mezzi per continuare a comunicare anche dopo un primo blocco.

Il ruolo della polizia postale e della prevenzione

In Italia, la polizia postale è l’ente deputato a monitorare e contrastare fenomeni come il grooming online, anche grazie a unità specializzate che operano sotto copertura. Tuttavia, l’intervento repressivo non è sufficiente: la prevenzione è cruciale e deve coinvolgere scuola, famiglie, operatori sociali e piattaforme digitali.

È essenziale insegnare ai minori a:

  • non condividere dati personali con sconosciuti online;
  • non fidarsi ciecamente di chi afferma di essere coetaneo;
  • parlare sempre con un adulto di fiducia se ricevono messaggi strani o imbarazzanti;
  • impostare correttamente la privacy dei propri account.

Segnali d’allarme per genitori e insegnanti

Riconoscere i segnali di un possibile grooming è difficile ma non impossibile. Ecco alcuni comportamenti che possono essere campanelli d’allarme:

  • uso compulsivo del telefono o del computer;
  • isolamento improvviso da amici e familiari;
  • nervosismo o ansia in presenza di messaggi;
  • cancellazione frequente della cronologia di navigazione;
  • ricezione di regali o ricariche sospette;
  • cambiamenti nell’umore o nel rendimento scolastico.

I genitori dovrebbero mantenere un dialogo aperto con i propri figli, conoscere i loro account social e, quando possibile, supervisionarne l’attività digitale, senza invadere la loro privacy, ma per proteggerli da pericoli concreti.

Grooming e responsabilità delle piattaforme

Le piattaforme di social media hanno una responsabilità etica e legale nel contrastare il grooming online. Molti servizi hanno introdotto sistemi di moderazione automatica, filtri per parole chiave, blocchi per adulti che cercano di contattare utenti minorenni e canali per la segnalazione immediata di comportamenti sospetti.

Tuttavia, queste misure possono essere insufficienti se i predatori utilizzano linguaggi allusivi, codificati o si spostano su altre piattaforme meno controllate.

Conseguenze psicologiche e legali

I danni causati dal grooming possono essere devastanti. Sul piano psicologico, la vittima può sviluppare disturbi post-traumatici, ansia, depressione, senso di colpa e isolamento sociale. Sul piano legale, invece, l’adescatore può essere perseguito per:

  • adescamento di minore (art. 609-undecies c.p.);
  • atti sessuali con minorenne (art. 609-quater c.p.);
  • produzione, detenzione o diffusione di materiale pedopornografico (art. 600-ter c.p.);
  • in alcuni casi, anche per violenza sessuale o stalking.

Per concludere

Il grooming online è una delle forme più subdole e pericolose di adescamento online, capace di colpire minori attraverso qualsiasi profilo social e piattaforma digitale.

Conoscere cos’è il grooming, come funziona e quali strategie di difesa possiamo attivare è il primo passo per combatterlo. La collaborazione tra famiglie, scuole, forze dell’ordine e provider digitali è essenziale per creare un ambiente più sicuro per i nostri figli.


Domande e risposte

  1. Cos’è il grooming?
    Il grooming è una pratica di adescamento di minori attraverso la rete, finalizzata ad abusi sessuali o produzione di materiale pedopornografico.
  2. Qual è l’età più a rischio per il grooming?
    Solitamente i minori sotto i 16 anni sono i più esposti, anche se può colpire adolescenti fino ai 18 anni.
  3. Come inizia il grooming online?
    Attraverso un primo contatto su social networks o chat, spesso con un profilo falso, l’adescatore costruisce un rapporto di fiducia.
  4. Quali sono le piattaforme più usate per il grooming?
    Instagram, TikTok, Discord, Snapchat, WhatsApp, ma anche chat nei videogiochi e forum.
  5. Cosa fare se si sospetta un caso di grooming?
    Parlarne subito con la polizia postale o un adulto di fiducia e raccogliere prove digitali senza cancellare nulla.
  6. È un reato anche se non c’è stato incontro fisico?
    Sì, il solo adescamento online è penalmente rilevante secondo la legge italiana.
  7. Cosa può fare un genitore per prevenire il grooming?
    Educare i figli all’uso consapevole del web, monitorare i profili social e mantenere un dialogo aperto.
  8. Come si punisce penalmente il grooming?
    Con pene detentive previste dal codice penale, soprattutto se correlate ad altri reati come violenza sessuale o pedopornografia.
  9. Quali segnali possono indicare che un minore è vittima?
    Isolamento, nervosismo, uso eccessivo del telefono, cambiamenti d’umore e scolastici.
  10. Il grooming avviene solo online?
    Principalmente online, ma può essere associato anche ad altri contatti mediati da altre reti o mezzi.
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