Indice dei contenuti
- Un attacco mirato: aeroporti e Ministero sotto scacco
- La firma di NoName: chi c’era dietro gli attacchi?
- Gli esperti al lavoro: come prevenire nuovi attacchi?
- Italia nel mirino: quale futuro per la sicurezza digitale?
Un attacco mirato: aeroporti e Ministero sotto scacco
Il 14 marzo scorso, l’Italia è finita nuovamente nel mirino del collettivo di hacker filorusso NoName, che ha sferrato un nuovo attacco informatico contro gli aeroporti di Malpensa e Linate, oltre al Ministero degli Esteri.
L’operazione ha reso inaccessibili i portali dedicati al pubblico, impedendo agli utenti di verificare informazioni cruciali come gli orari dei voli. Fortunatamente, sebbene il disagio per i viaggiatori sia stato evidente, le operazioni aeroportuali non hanno subito interruzioni.
Tuttavia, l’episodio ha confermato ancora una volta la vulnerabilità delle infrastrutture digitali italiane di fronte alle minacce informatiche sempre più aggressive.
La firma di NoName: chi c’era dietro gli attacchi?
Il gruppo NoName057(16), già noto per le sue offensive contro istituzioni occidentali, ha rivendicato l’attacco come ritorsione contro il sostegno dell’Italia all’Ucraina.
L’offensiva ha seguito il classico schema degli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), mirati a sovraccaricare i server di ministeri, enti locali e aziende strategiche, rendendoli temporaneamente inaccessibili.
L’azione del 14 marzo non è stata isolata. Oltre ai siti degli aeroporti e del Ministero, gli hacker hanno colpito anche:
- siti di banche;
- porti strategici, come quelli di Trieste e Taranto;
- piattaforme di diverse regioni italiane.
Tutti questi attacchi sono stati rivendicati come rappresaglia politica contro le scelte del governo italiano.
Gli esperti al lavoro: come prevenire nuovi attacchi?
Dopo l’attacco, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (CNAIPIC) della Polizia postale ha avviato un’indagine per risalire alle fonti del cyberattacco e rafforzare la sicurezza informatica nazionale.
Secondo gli esperti, il rischio di attacchi informatici contro infrastrutture critiche è in aumento. Le istituzioni e le aziende devono adottare strategie più avanzate per proteggere i propri sistemi, come:
- sistemi di protezione anti-DDoS;
- monitoraggio costante dei server;
- piani di emergenza per garantire la continuità operativa anche in caso di cyberattacchi.
Italia nel mirino: quale futuro per la sicurezza digitale?
L’evento del 14 marzo ha dimostrato, ancora una volta, che le guerre moderne non si combattono solo sui campi di battaglia, ma anche nel cyberspazio.
L’Italia, così come molte altre nazioni europee, deve urgentemente potenziare la propria difesa informatica per proteggersi da minacce sempre più sofisticate.