Indice dei contenuti
- Un attacco informatico travolge Hertz: cosa è successo davvero
- Le contromisure adottate da Hertz: protezione o toppa tardiva?
- Furto dati Hertz: i consigli per difenderti subito
- Un problema diffuso: Hertz non è l’unica vittima
Un attacco informatico travolge Hertz: cosa è successo davvero
Tra ottobre e dicembre 2024 un attacco informatico ha colpito Cleo Communications, un fornitore esterno che gestisce il trasferimento dati per Hertz, la più grande compagnia di autonoleggio al mondo. Il risultato è stato devastante: milioni di dati personali e informazioni di pagamento dei clienti, provenienti da oltre 150 Paesi, sono finiti nel dark web.
Le informazioni sottratte includono nomi completi, date di nascita, recapiti telefonici, numeri di patente, dati delle carte di credito e, in casi più gravi, anche codici delle tessere sanitarie e passaporti.
Il 10 febbraio 2025, Hertz ha confermato che una terza parte non autorizzata ha sfruttato una vulnerabilità zero-day nel sistema di Cleo per compiere il furto.
Le contromisure adottate da Hertz: protezione o toppa tardiva?
Dopo aver scoperto la falla, Hertz ha collaborato con Kroll, società esperta in consulenza cyber, per attivare un servizio di monitoraggio del dark web gratuito per due anni ai clienti coinvolti.
La società ha anche informato le autorità di regolamentazione e ha richiesto a tutti gli utenti di verificare regolarmente movimenti sospetti su conti e carte.
Tuttavia, l’assistenza telefonica attivata tramite un numero londinese e con operatore solo in inglese si è dimostrata poco inclusiva per i clienti italiani.
Furto dati Hertz: i consigli per difenderti subito
Se sei cliente Hertz o hai utilizzato i suoi servizi negli ultimi mesi, ti consigliamo di attivare subito gli SMS Alert per le tue carte, così da ricevere notifiche in tempo reale per ogni pagamento.
Controlla spesso i movimenti bancari: in caso di addebiti sospetti, blocca immediatamente la carta e informa la banca. Secondo la normativa, prima del blocco sei responsabile solo per un massimo di 50 euro.
Inoltre, presta attenzione a chiamate truffa e phishing che cercano di sfruttare l’incidente per sottrarti altri dati: mai fornire codici bancari o dati sensibili per telefono o email.
Un problema diffuso: Hertz non è l’unica vittima
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una lunga serie di violazioni: da Infocert a Eprice, fino alla app Atm. Il caso Hertz è però particolarmente grave perché coinvolge non solo dati anagrafici, ma anche informazioni finanziarie dirette, rendendo i clienti esposti a frodi immediate.
Questa vicenda ci ricorda quanto sia fondamentale proteggere i propri dati e pretendere trasparenza da chi li gestisce.