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ICS Security Assessment nelle reti industriali

Cos’è un ICS Security Assessment e perché ogni impresa industriale deve integrare questa analisi nella propria strategia di cyber security OT.

Sistemi di controllo industriali

Indice dei contenuti

  • ICS Security Assessment cos’è: definizione e contesto operativo
  • Perché è cruciale per le imprese industriali
  • Fasi di un ICS Security Assessment
  • Output e deliverable dell’assessment
  • Frequenza raccomandata e ciclicità
  • Considerazioni sulla competenza tecnica richiesta

La progressiva convergenza tra ambienti OT (Operational Technology) e IT (Information Technology) ha trasformato le architetture industriali in ecosistemi interconnessi ma anche altamente esposti.

In tale contesto, l’ICS Security Assessment emerge come una componente imprescindibile di ogni strategia aziendale orientata alla protezione dei sistemi di controllo industriali, oggi frequentemente collegati alla rete e quindi potenzialmente esposti a vettori d’attacco avanzati.

L’obiettivo di questo articolo è illustrare, con rigore metodologico ma anche chiarezza, cos’è un ICS Security Assessment, quali siano le sue finalità, le fasi operative, e perché deve essere considerato un requisito minimo per la resilienza operativa in scenari di minaccia sempre più sofisticati.

ICS Security Assessment cos’è: definizione e contesto operativo

L’ICS Security Assessment, nella sua accezione più completa, è un processo strutturato di valutazione del rischio cyber applicato a sistemi di controllo industriali (ICS) e infrastrutture OT, con lo scopo di individuare vulnerabilità sistemiche, anomalie architetturali, configurazioni errate e possibili superfici d’attacco.

Nel contesto industriale, ciò implica l’analisi di componenti eterogenei, tra cui:

  • PLC (Programmable Logic Controllers)
  • SCADA (Supervisory Control and Data Acquisition)
  • DCS (Distributed Control Systems)
  • RTU (Remote Terminal Units)
  • HMI (Human Machine Interfaces)
  • Industrial IoT e edge devices

A differenza delle tradizionali valutazioni IT, un ICS Security Assessment richiede una profonda comprensione delle dinamiche temporali, delle dipendenze fisiche e delle implicazioni funzionali che caratterizzano i processi industriali.

La sicurezza non può prescindere dalla disponibilità: ogni intervento deve essere compatibile con i requisiti di uptime e sicurezza funzionale.

Perché è cruciale per le imprese industriali

La crescente esposizione dei sistemi ICS alle reti IP e ai servizi cloud comporta un incremento esponenziale della superficie di attacco. Le statistiche degli ultimi anni indicano che i settori produttivi rappresentano uno dei principali bersagli di attacchi ransomware, APT e attività di sabotaggio condotte da threat actor statali e non.

Un ICS Security Assessment consente di:

  • Quantificare il rischio associato a vulnerabilità note e misconosciute
  • Verificare la conformità agli standard internazionali (es. IEC 62443, NIS2, NIST CSF)
  • Identificare percorsi di attacco laterale tra IT e OT
  • Rilevare configurazioni legacy potenzialmente pericolose
  • Definire contromisure tecniche e organizzative coerenti con il rischio
  • To protect integrity
    Per proteggere l’integrità dei processi produttivi e garantire la continuità operativa, ogni soluzione di sicurezza deve essere integrata su misura, attraverso una valutazione che tenga conto delle peculiarità dei sistemi fisico-cibernetici coinvolti.

Fasi di un ICS Security Assessment

Un assessment completo richiede un approccio olistico, multidisciplinare e orientato al rischio. Le principali fasi operative includono:

1. Identificazione e profilazione degli asset OT

La prima fase consiste nella mappatura dettagliata dei dispositivi e dei sistemi presenti nella rete ICS/OT. Tale inventario può essere condotto mediante:

  • Passive asset discovery (es. Nozomi Guardian, Claroty)
  • Network traffic analysis
  • Documentazione tecnica e interviste con i responsabili OT

L’assenza di un asset inventory aggiornato è in sé un indicatore di rischio. La profilazione deve comprendere attributi come firmware, configurazioni, porte aperte e connessioni attive.

2. Analisi della postura di sicurezza

Questa fase prevede l’identificazione di vulnerabilità note sfruttabili, utilizzando database aggiornati come NVD, ICS-CERT Advisories, MITRE ATT&CK for ICS. L’analisi può essere condotta tramite:

  • Vulnerability scanning non intrusivo (es. Nessus, OpenVAS in modalità passiva)
  • Security configuration auditing
  • Validazione delle patch policy

Esempio
Un PLC Siemens S7-1200 non aggiornato può essere vulnerabile a CVE-2020-15782, consentendo a un attaccante l’alterazione della logica di controllo senza autenticazione.

3. Valutazione del rischio e threat modeling

In questa fase si modella il rischio secondo metodologie quali:

  • Bowtie model
  • Attack tree analysis
  • STRIDE per la modellazione delle minacce

Ogni vulnerabilità viene contestualizzata rispetto alla topologia di rete, al ruolo dell’asset, alla Esempio di correlazione:

Vulnerabilità su HMI → Rete OT non segmentata → Accesso laterale al PLC → Manipolazione dei setpoint → Interruzione della produzione

4. Analisi della segmentazione e della comunicazione

Il principio di “zone and conduits” previsto da IEC 62443 deve essere applicato rigorosamente. L’assessment verifica:

  • Isolamento delle VLAN OT da reti IT
  • Esistenza e configurazione delle DMZ
  • Logging dei flussi dati ICS
  • Accessi da remoto (VPN, RDP, accessi diretti su Internet)

Analisi con strumenti come Wireshark, Zeek o flow analytics aiuta a determinare se un control system è esposto a access to non autorizzati.

5. Valutazione delle contromisure esistenti

Il team verifica se le soluzioni di sicurezza implementate sono efficaci e correttamente configurate. Questo comprende:

  • Sistemi di intrusion detection (IDS/IPS industriali)
  • Controlli di accesso basati su ruoli (RBAC)
  • Log management e SIEM
  • Backup air-gapped e disaster recovery

L’assessment può includere anche test di resistenza alle misconfigurazioni, come lo spegnimento simulato di un HMI per analizzare le reazioni dei sistemi SCADA.

Analisi comunicazioni

Output e deliverable dell’assessment

Alla conclusione del processo, il report dovrebbe includere:

  • Mappa topologica aggiornata del sistema ICS
  • Vulnerabilità documentate e categorizzate per CVSS
  • Valutazione della compliance normativa
  • Analisi dei rischi con impatto e probabilità
  • Roadmap per l’hardening dei sistemi
  • Prioritizzazione delle attività di remediation

Un report ben redatto può essere la base per ottenere budget, definire SLA di intervento, e pianificare la cyber hygiene nel lungo periodo.

Frequenza raccomandata e ciclicità

Un ICS Security Assessment deve essere eseguito almeno:

  • Annualmente (in assenza di eventi critici)
  • A seguito di integrazione di nuovi asset OT
  • Dopo incidenti o rilevazioni da IDS/SIEM
  • In corrispondenza di audit regolatori o certificazioni

Le aziende più mature adottano un approccio continuo (cyber security lifecycle) e integrano la funzione di asset discovery e anomaly detection nei processi quotidiani di gestione dell’infrastruttura.

Considerazioni sulla competenza tecnica richiesta

A differenza dei contesti IT, un’analisi ICS richiede un approccio ibrido: conoscenze di automazione industriale, reti real-time, protocolli proprietari (es. Modbus, Profinet, OPC-UA), ma anche solide basi in sicurezza informatica.

Per questo motivo, si raccomanda la selezione di partner con esperienza verticale nel settore OT. I fornitori devono essere in grado di coniugare:

  • Sensibilità all’uptime industriale
  • Capacità di operare in ambienti safety-critical
  • Utilizzo di metodologie non invasive
  • Certificazioni (es. GIAC-GICSP, IEC 62443 practitioner)

Domande e risposte

  1. L’ICS Security Assessment è invasivo?
    No, se condotto con strumenti passivi e metodologie OT-aware non compromette i processi in esecuzione.
  2. Che differenza c’è tra un assessment IT e uno ICS?
    Un assessment IT analizza asset informatici generici, quello ICS si focalizza su ambienti di controllo e automazione industriale, richiedendo approcci specializzati.
  3. È obbligatorio per legge?
    In settori regolamentati sì (energia, trasporti, acqua), altrimenti è fortemente consigliato secondo le direttive NIS2 e best practice internazionali.
  4. Posso usare software open source per farlo internamente?
    Alcuni strumenti lo permettono, ma serve competenza tecnica specifica su ambienti OT e protocollo industriale.
  5. Quali rischi si mitigano con l’assessment?
    Ransomware, attacchi APT, sabotaggi interni, furto di proprietà intellettuale, manipolazione dei processi.
  6. Esistono framework di riferimento?
    Sì: IEC 62443, NIST CSF, ISO 27019, Purdue Model.
  7. È sufficiente fare l’assessment una volta sola?
    No. Il contesto ICS evolve. Nuove vulnerabilità e modifiche architetturali richiedono rivalutazioni periodiche.
  8. Quanto dura un assessment completo?
    Da 2 a 8 settimane, a seconda della complessità dell’impianto e della disponibilità di informazioni.
  9. È possibile integrare l’assessment con strumenti SIEM/SOC?
    Sì, l’output può alimentare i processi di monitoring e incident response.
  10. Qual è il ROI dell’ICS Security Assessment?
    Altissimo: i costi dell’analisi sono ampiamente inferiori ai danni potenziali derivanti da un attacco cyber-industriale.
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