Indice dei contenuti
- Perché l’Italia ha bloccato DeepSeek?
- Preoccupazioni a livello europeo
- DeepSeek: un concorrente emergente nell’AI
- Il futuro della regolamentazione AI in Europa
Perché l’Italia ha bloccato DeepSeek?
L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha ordinato la sospensione del chatbot dopo che DeepSeek non ha fornito risposte adeguate su come raccoglie, archivia ed elabora i dati personali degli utenti. Tra le principali preoccupazioni sollevate, vi erano:
- La trasparenza nella raccolta delle informazioni;
- L’uso previsto dei dati;
- La loro eventuale archiviazione in Cina.
Le risposte fornite dalla startup sono state considerate insufficienti, portando così alla decisione di bloccare il chatbot in Italia.
Preoccupazioni a livello europeo
L’Italia non è l’unico Paese a nutrire dubbi su DeepSeek. Anche le autorità di Francia e Irlanda hanno avviato indagini sulle politiche di privacy dell’azienda.
In risposta alla richiesta italiana, DeepSeek ha rimosso la sua app dagli store digitali in Italia, ma ha dichiarato di non essere soggetta alla regolamentazione locale né alla giurisdizione del Garante. Questo ha ulteriormente alimentato le preoccupazioni normative, portando alla sospensione immediata del servizio.
DeepSeek: un concorrente emergente nell’AI
DeepSeek è considerato un potenziale disruptor nel settore dell’intelligenza artificiale, competendo con ChatGPT di OpenAI. L’azienda sostiene che i suoi modelli AI siano all’altezza o superiori rispetto ai concorrenti americani, ma a un costo inferiore.
Di recente, la sua app è diventata la più scaricata sull’App Store di Apple negli Stati Uniti, segnale di un rapido successo globale.
Il futuro della regolamentazione AI in Europa
L’Italia è stata tra i primi Paesi europei a prendere posizioni nette sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Nel 2023, il Garante aveva già temporaneamente vietato ChatGPT, sviluppato da OpenAI e sostenuto da Microsoft, per timori analoghi legati alla privacy dei dati.
Secondo il membro del consiglio del Garante, Agostino Ghiglia, la legislazione europea sui dati impone alle aziende di fornire politiche trasparenti su consenso e gestione dei dati personali. Inoltre, ha evidenziato che i server cinesi non offrono le stesse garanzie di sicurezza rispetto a quelli europei.
Con l’evoluzione delle tecnologie AI, il controllo normativo è destinato a intensificarsi, con le autorità europee che chiederanno sempre maggiore trasparenza e conformità alle aziende del settore.