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Notizie Flash

L’AgID ha pubblicato le nuove linee guida sull’IA nella Pubblica Amministrazione

Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione: rivoluzione o sorveglianza mascherata? Le nuove linee guida per l’uso dell’IA nelle PA tra opportunità, vincoli e interrogativi

AgID ha pubblicato le nuove linee guida sull'IA

Indice dei contenuti

  • L’IA come strumento per un’amministrazione più efficiente 
  • I limiti imposti: cosa non potrà fare l’IA nelle PA 
  • La sfida della conformità e il rischio di dipendenza dai privati 

L’AgID ha pubblicato le nuove linee guida sull’Intelligenza Artificiale (IA) nella Pubblica Amministrazione, delineando obblighi, limiti e possibilità di utilizzo.

Il documento di 119 pagine si basa sulle direttive dell’AI Act e del GDPR, e rimarrà aperto a consultazione pubblica fino al 20 marzo. Un equilibrio tra efficienza e tutela dei diritti, ma con molte domande ancora aperte. 

L’IA come strumento per un’amministrazione più efficiente 

L’IA viene presentata come una grande opportunità per migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione. Tra le applicazioni previste: 

  • automazione dei processi ripetitivi per ottimizzare risorse e tempi; 
  • analisi predittiva basata sui dati per supportare decisioni strategiche; 
  • miglior gestione documentale e ottimizzazione della distribuzione delle risorse pubbliche; 
  • personalizzazione dei servizi ai cittadini, con maggiore accessibilità e trasparenza. 

Non solo vantaggi, ma anche responsabilità. Le PA dovranno garantire il rispetto della normativa sulla privacy e sulla cyber security, con sistemi di IA trasparenti e tracciabili. Fondamentale sarà il monitoraggio continuo per evitare discriminazioni o falle nella sicurezza informatica. 

I limiti imposti: cosa non potrà fare l’IA nelle PA 

Le restrizioni sono chiare: niente scoring sociale, vietati gli algoritmi che valutano i cittadini in base a comportamenti o caratteristiche personali. Inoltre: 

  • divieto di sfruttare vulnerabilità di soggetti fragili, come minori o disabili; 
  • stop al riconoscimento biometrico in tempo reale, salvo eccezioni per la sicurezza nazionale; 
  • supervisione umana obbligatoria nelle decisioni critiche che impattano sui cittadini; 
  • protezione rigorosa dei dati personali, in conformità con il GDPR

L’AI Act europeo pone dunque limiti netti, cercando di evitare derive autoritarie e garantire un uso etico dell’intelligenza artificiale. 

La sfida della conformità e il rischio di dipendenza dai privati 

Le PA dovranno adottare standard tecnici rigorosi, assicurando che i sistemi di IA siano affidabili, sicuri e privi di bias. Tuttavia, una delle principali incognite riguarda la dipendenza dalle aziende private.

Se da un lato le amministrazioni potranno sviluppare internamente alcuni strumenti di IA, il rischio è che si crei una forte dipendenza da fornitori esterni, che detengono la tecnologia necessaria per il funzionamento di questi sistemi. 

Per garantire un’implementazione efficace, le PA dovranno investire su formazione e competenze interne, evitando di delegare completamente lo sviluppo dell’IA a soggetti privati. 

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