Indice dei contenuti
- Ransomware: significato e definizione
- Cosa succede ad un PC colpito da un ransomware
- Su quale dimensione agiscono i ransomware
- Il ransomware è un tipo di… malware sofisticato
- Esiste una relazione tra il phishing e il ransomware?
- Attacchi ransomware famosi: alcuni casi reali
- Politiche di salvataggio nel caso del ransomware
- Cosa fare in caso di attacco ransomware: guida passo dopo passo
- Come proteggersi dagli attacchi ransomware
Tra le minacce informatiche più pericolose e insidiose degli ultimi anni, il ransomware occupa un posto di rilievo. Parliamo di un tipo di malware progettato per criptare i file di un sistema e richiedere un riscatto per riottenere l’accesso ai dati.
In questo articolo spiegheremo in dettaglio ransomware cos’è, quali danni può causare, cosa succede ad un PC colpito da un ransomware, come si diffonde attraverso tecniche come il phishing, e soprattutto cosa fare in caso di attacco ransomware.
Analizzeremo anche le principali politiche di salvataggio nel caso del ransomware e i metodi per proteggersi, a partire dal backup dei dati.
Ransomware: significato e definizione
Il termine ransomware deriva dall’unione di due parole inglesi: “ransom”, ovvero riscatto, e “software”, cioè programma. Il ransomware è un tipo di malware che infetta un sistema informatico, crittografa i file presenti nel disco rigido e poi visualizza una richiesta di riscatto, solitamente accompagnata da un conto alla rovescia.
Il messaggio dell’attaccante informa la vittima che i file sono stati criptati e che solo mediante il pagamento del riscatto(spesso in criptovalute) sarà possibile ottenere la chiave di decrittazione per recuperarli. Tuttavia, non esiste alcuna garanzia che, anche dopo il pagamento, i dati vengano davvero restituiti.
Cosa succede ad un PC colpito da un ransomware
Quando un dispositivo viene infettato da un attacco ransomware, solitamente il comportamento è questo:
- Il malware entra nel sistema attraverso una mail di phishing con allegati dannosi, un sito compromesso o una vulnerabilità di sistema.
- Una volta eseguito, il ransomware inizia a criptare i file presenti nella macchina, lavorando silenziosamente in background.
- Terminata la crittografia, compare una schermata che avvisa l’utente del blocco dei file, con le istruzioni per richiedere il pagamento.
I file colpiti spesso cambiano estensione (.locked, .crypted, ecc.) e diventano inaccessibili. Alcuni ransomware colpiscono anche i backup locali e i dispositivi di rete.
Su quale dimensione agiscono i ransomware
Uno dei punti critici del ransomware è che agisce su più dimensioni all’interno di un sistema. Non si limita a colpire i singoli file, ma può:
- Bloccare l’intero sistema operativo, impedendo l’accesso anche al desktop (es. ransomware locker).
- Cancellare o criptare i backup dei dati salvati sul disco rigido o in rete.
- Rubare credenziali di accesso, informazioni sensibili e configurazioni di sistema.
Nei contesti aziendali, un attacco può paralizzare server, database e applicazioni critiche, bloccando l’intera operatività.
Il ransomware è un tipo di… malware sofisticato
Il ransomware fa parte della grande famiglia dei malware, ma è tra i più sofisticati e redditizi per i cybercriminali. A seconda della tipologia possiamo distinguere:
- Crypto-ransomware
Cifra file e documenti. - Locker-ransomware
Blocca l’intero sistema. - Doxware
Minaccia di pubblicare dati sensibili online. - Ransomware-as-a-Service (RaaS)
Infrastrutture vendute sul dark web per lanciare attacchi “su commissione”.
L’evoluzione di questo malware è continua, con nuove varianti che sfuggono alle difese tradizionali.
Esiste una relazione tra il phishing e il ransomware?
Assolutamente sì. Una delle principali modalità di distribuzione del ransomware è proprio il phishing, ovvero l’invio di email apparentemente legittime, ma contenenti allegati dannosi o link malevoli.
Il tipico scenario prevede una mail di phishing camuffata da comunicazione bancaria, avviso di spedizione o documento fiscale. L’utente, convinto della legittimità, apre il file o clicca il link, avviando inconsapevolmente l’attacco ransomware.
Alcune campagne sfruttano documenti Word con macro o PDF compromessi. In altri casi, il ransomware viene scaricato attraverso vulnerabilità nel browser o in plugin obsoleti.

Attacchi ransomware famosi: alcuni casi reali
Nel corso degli anni, diversi attacchi ransomware hanno fatto notizia a livello globale. Tra i più noti:
- WannaCry (2017)
Colpì oltre 200.000 sistemi in 150 Paesi sfruttando una vulnerabilità di Windows. - NotPetya
Devastante per aziende e infrastrutture ucraine, poi diffusosi nel mondo. - Ryuk
Utilizzato per colpire ospedali e amministrazioni pubbliche. - LockBit
Tra le minacce più attive oggi, bersaglia aziende con attacchi mirati.
Questi attacchi hanno provocato milioni di euro di danni, compromesso sistemi critici e richiesto settimane di lavoro per il ripristino.
Politiche di salvataggio nel caso del ransomware
Una delle strategie fondamentali per difendersi da questa minaccia informatica è adottare politiche di salvataggio dei dati ben strutturate. Ecco alcune misure essenziali:
- Backup frequenti
Salvare copie dei dati su supporti esterni o cloud non collegati al sistema. - Backup offline
Conservare almeno una copia “air gap” (fisicamente separata). - Versionamento dei file
Poter recuperare versioni precedenti dei documenti.
I backup devono essere testati regolarmente e protetti da sovrascritture o accessi non autorizzati. In assenza di backup affidabili, il pagamento del riscatto diventa l’unica (e pericolosa) opzione.
Cosa fare in caso di attacco ransomware: guida passo dopo passo
Subire un attacco ransomware è un evento critico che può mettere a rischio l’intero sistema informatico, soprattutto in ambito aziendale o professionale. La tentazione di cedere alla richiesta di riscatto può essere forte, soprattutto quando si tratta di dati vitali o informazioni sensibili. Tuttavia, ogni azione compiuta nelle ore successive all’infezione può fare la differenza tra un danno contenuto e una perdita catastrofica.
Vediamo dunque in dettaglio cosa fare in caso di attacco ransomware, seguendo un protocollo di risposta strutturato e basato sulle best practice di cyber security.
1. Isola immediatamente il dispositivo infetto
La prima misura da adottare è quella di isolare il dispositivo colpito. Un ransomware, come molti altri tipi di malware, può agire su una rete condivisa, propagandosi ad altri dispositivi o server in modo rapido. È fondamentale:
- Disconnettere il PC da Internet, sia via cavo che tramite Wi-Fi.
- Rimuovere l’accesso a eventuali unità di rete condivise.
- Se in un contesto aziendale, informare il reparto IT immediatamente per bloccare anche gli altri endpoint.
Questa misura può impedire al malware di criptare ulteriori file o compromettere altri dispositivi collegati, contenendo così la minaccia informatica.
2. Non pagare il riscatto immediatamente
Molti ransomware mostrano un messaggio minaccioso con un countdown, suggerendo che il pagamento del riscatto sia l’unico modo per salvare i dati. In realtà:
- Pagare non garantisce il recupero dei file. Secondo diversi studi di settore, una parte significativa delle vittime non riceve mai la chiave di decrittazione promessa.
- Il pagamento alimenta il business del cybercrimine, incentivando ulteriori attacchi.
- In alcuni casi, dopo il pagamento iniziale, può arrivare una seconda richiesta, creando un circolo vizioso.
A meno che non sia strettamente necessario (es. ospedali, infrastrutture critiche), la raccomandazione degli esperti è non pagare.
3. Contatta un esperto di cyber security
Una delle azioni più sensate è rivolgersi subito a professionisti che operano nel campo della risposta agli incidenti informatici. Aziende e consulenti specializzati possono:
- Analizzare il comportamento del ransomware e individuarne la variante.
- Valutare se il malware ha sottratto dati oltre ad averli criptati.
- Attuare contromisure per limitare i danni e prevenire reinfezioni.
- Fornire supporto tecnico per la decrittazione dei file (quando possibile).
Nel caso di aziende, coinvolgere il team legale e il DPO (Data Protection Officer) può aiutare a gestire anche gli aspetti legati alla protezione dei dati personali e alle eventuali comunicazioni verso il Garante della Privacy.
4. Verifica la disponibilità di backup dei dati
I backup dei dati rappresentano il vero asso nella manica in caso di attacchi ransomware. Se hai effettuato salvataggi regolari, potresti riuscire a:
- Ripristinare i file criptati da una copia precedente.
- Riformattare il sistema infetto e ripartire con una versione pulita.
È fondamentale però che i backup:
- Non siano collegati al sistema infetto (es. dischi esterni scollegati, backup cloud protetti).
- Non siano stati anch’essi criptati dal ransomware.
Se i backup sono presenti e integri, procedi a formattare il disco rigido del sistema colpito, reinstalla il sistema operativo, e ripristina i dati da una copia sicura.
5. Denuncia l’attacco alle autorità competenti
Nel caso di attacco, è importante denunciare l’accaduto alle autorità. In Italia puoi:
- Contattare la Polizia Postale, che dispone di un portale per la segnalazione di crimini informatici.
- In ambito aziendale o istituzionale, puoi fare riferimento al CSIRT Italia (Computer Security Incident Response Team), il CERT nazionale.
La denuncia non serve solo per fini legali, ma aiuta anche le forze dell’ordine a mappare e contrastare le campagne di attacchi ransomware in corso. In alcuni casi, se si scopre la variante esatta, è possibile identificare chiavi di decrittazione già note.
6. Analizza il ransomware per identificarne la variante
Capire di quale tipo di ransomware si tratta è cruciale. Esistono piattaforme online come ID Ransomware che permettono di:
- Caricare una nota di riscatto o un file criptato.
- Ottenere informazioni sul malware specifico.
- Verificare se esiste già una soluzione o uno strumento di decrittazione.
Ogni variante ha caratteristiche proprie. Alcune hanno errori di programmazione che permettono la decrittazione senza chiave, altre sono invece inespugnabili senza l’intervento degli autori (che, ovviamente, non sono affidabili).
7. Cerca tool gratuiti di decrittazione
In alcuni casi fortunati, esperti di sicurezza informatica o aziende specializzate riescono a ottenere le chiavi di decrittazione per specifici ransomware. Il progetto NoMoreRansom.org, ad esempio, offre:
- Una libreria gratuita di strumenti di decrittazione.
- Una guida interattiva per capire se il proprio sistema è recuperabile.
- Materiale informativo per la prevenzione degli attacchi.
Il sito è gestito da Europol, Kaspersky, McAfee e altri partner internazionali, ed è uno dei punti di riferimento principali per chi è stato colpito da attacchi ransomware.
Alcune considerazioni
Affrontare un attacco ransomware richiede freddezza, rapidità e competenze. Anche se la priorità immediata è salvare i propri dati, è fondamentale evitare decisioni affrettate che possono peggiorare la situazione.
Avere backup aggiornati, mantenere i sistemi operativi e software in regola, e formare gli utenti sul riconoscimento delle mail di phishing, resta la strategia migliore per non trovarsi mai in questa situazione. Ma se dovesse accadere, sapere esattamente cosa fare in caso di attacco ransomware può fare la differenza tra un incidente gestibile e un disastro digitale.
Come proteggersi dagli attacchi ransomware
La cyber security preventiva è l’unico strumento reale per evitare danni. Ecco alcune buone pratiche:
- Aggiorna regolarmente i sistemi operativi e i software
- Usa un antivirus aggiornato con protezione anti-ransomware
- Imposta restrizioni sui privilegi di accesso
- Forma il personale aziendale sulla sicurezza e sul riconoscimento del phishing
- Attiva il firewall e disattiva macro non sicure nei documenti Office
- Monitora i log di sistema per attività sospette
La prevenzione parte dalla consapevolezza: anche un clic sbagliato può avere conseguenze disastrose.
Conclusione
Il ransomware rappresenta oggi una delle sfide più complesse della sicurezza informatica. Capire cosa succede ad un PC colpito da un ransomware, sapere cosa fare in caso di attacco ransomware, e adottare politiche di salvataggioefficaci è fondamentale per proteggere i propri dati, la propria attività e la propria privacy.
Conoscere la relazione tra phishing e ransomware, saper riconoscere gli allegati dannosi e mantenere aggiornato il proprio sistema informatico può fare la differenza tra un incidente grave e un semplice allarme.
Domande e risposte
- Cos’è il ransomware?
È un malware che cripta i file di un dispositivo e richiede un riscatto per decrittarli. - Cosa succede in un attacco ransomware?
I file diventano inaccessibili e viene mostrato un messaggio con la richiesta di riscatto. - Come si diffonde il ransomware?
Attraverso email di phishing, allegati infetti, vulnerabilità di sistema. - Il ransomware è legato al phishing?
Sì, spesso viene diffuso proprio tramite mail di phishing con link o file dannosi. - Cosa fare se si è colpiti da ransomware?
Isolare il sistema, non pagare, contattare esperti, analizzare il malware e verificare i backup. - Pagare il riscatto è sicuro?
No, non ci sono garanzie di riottenere i file e si finanzia il crimine informatico. - Come proteggere i dati da un attacco?
Con backup regolari, antivirus, formazione e aggiornamenti costanti. - Quali file colpisce il ransomware? Documenti, immagini, database, configurazioni: tutto ciò che è accessibile nel sistema.
- Si possono recuperare i file senza pagare?
In alcuni casi sì, con strumenti di decrittazione disponibili online. - Esistono tool gratuiti per la decrittazione?
Sì, siti come NoMoreRansom.org offrono tool per alcune varianti note.