Indice dei contenuti
- Secure by Default: il nuovo paradigma della sicurezza informatica
- Cos’è il Secure by Default?
- Principi fondamentali del Secure by Default
- I vantaggi del Secure by Default
- Secure by Default vs. Secure by Design: le differenze
Secure by Default: il nuovo paradigma della sicurezza informatica
Nell’era della trasformazione digitale, la cyber security non può più essere un’opzione accessoria. Le minacce informatiche sono in costante evoluzione, e i sistemi devono essere progettati per essere sicuri fin dal primo utilizzo, senza richiedere configurazioni avanzate da parte dell’utente.
È qui che entra in gioco il concetto di Secure by Default, un principio sempre più adottato dai produttori di software e hardware per garantire un livello di protezione ottimale fin dall’installazione.
In questo articolo esploreremo il significato di Secure by Default, i suoi principi fondamentali, i vantaggi rispetto ai metodi tradizionali e il confronto con il Secure by Design, un altro approccio cruciale alla sicurezza dei sistemi.
Cos’è il Secure by Default?
Il concetto di Secure by Default rappresenta un cambiamento fondamentale nell’approccio alla cyber security, ponendo la sicurezza come priorità assoluta fin dal primo utilizzo di un dispositivo o di un software.
Questo significa che gli utenti, sia esperti che non, non devono preoccuparsi di configurare manualmente impostazioni avanzate per proteggere i loro sistemi: il prodotto è già fornito con le migliori protezioni attivate.
In passato, i produttori tendevano a privilegiare la facilità d’uso rispetto alla sicurezza. Un classico esempio erano i router domestici, che venivano venduti con credenziali predefinite facili da ricordare, come “admin/admin” o “1234”.
- Questo approccio, però, lasciava una falla enorme: chiunque poteva accedere al dispositivo se l’utente non cambiava manualmente la password. Con l’adozione del Secure by Default, invece, i moderni router generano automaticamente password complesse e spesso obbligano l’utente a cambiarle al primo accesso, riducendo drasticamente il rischio di attacchi.
Esempio
Rappresentato dai sistemi operativi moderni. In passato, Windows XP veniva fornito con il firewall disattivato di default, lasciando gli utenti esposti a infezioni da worm come Blaster e Sasser, che si diffondevano rapidamente attraverso Internet.
Oggi, sistemi come Windows 11, macOS e Ubuntu vengono distribuiti con firewall attivi, aggiornamenti di sicurezza automatici e restrizioni sui privilegi degli utenti, impedendo ai malware di ottenere facilmente il controllo del sistema.
Esempio
Nel mondo delle applicazioni cloud, il Secure by Default si traduce in criteri di accesso più rigorosi. Le piattaforme come Google Workspace o Microsoft 365 ora attivano l’autenticazione a due fattori (2FA) di default, riducendo il rischio che account aziendali vengano compromessi da attacchi di phishing.
In passato, la 2FA era un’opzione che doveva essere abilitata manualmente, e molti utenti trascuravano di farlo, esponendosi a rischi enormi.
Anche nei database aziendali, il principio del Secure by Default ha avuto un impatto significativo. In passato, database come MySQL e PostgreSQL venivano installati con accesso root senza password o con credenziali predefinite.
Oggi, la maggior parte dei software di database moderni impone l’uso di credenziali forti fin dall’installazione, impedendo connessioni non autorizzate per impostazione predefinita.
- Infine, l’adozione del Secure by Default si è estesa anche ai dispositivi IoT (Internet of Things). In passato, molti dispositivi smart venivano venduti con porte di rete aperte e credenziali deboli, permettendo agli hacker di sfruttarli per attacchi su larga scala, come il famoso attacco Mirai Botnet, che ha colpito milioni di dispositivi.
Oggi, i produttori impongono credenziali uniche per ogni dispositivo, chiudono porte di rete non necessarie e forzano aggiornamenti di sicurezza automatici.
- In sintesi, il Secure by Default non solo riduce la superficie d’attacco, ma permette anche a utenti e aziende di operare in un ambiente più protetto senza dover affrontare complessi processi di configurazione.
Questo approccio è ormai una best practice adottata da tutte le grandi aziende del settore tecnologico per garantire che la sicurezza sia integrata e accessibile a tutti.
Principi fondamentali del Secure by Default
Affinché un sistema sia veramente Secure by Default, deve garantire che la sicurezza sia integrata fin dall’inizio, senza richiedere configurazioni manuali da parte dell’utente. Questo riduce drasticamente il rischio di attacchi informatici, vulnerabilità e errori di configurazione.
Minimizzazione della superficie d’attacco
La minimizzazione della superficie d’attacco significa ridurre il numero di funzionalità, porte di rete o servizi esposti che potrebbero essere sfruttati dagli attaccanti.
Esempio pratico:
Un server dovrebbe disattivare tutte le porte non necessarie e abilitare solo i servizi essenziali.
Soluzione Secure by Default (Chiusura delle porte inutilizzate in un server Linux con iptables):
# Chiude tutte le connessioni in ingresso tranne SSH (porta 22) e HTTP/HTTPS (80/443)
iptables -P INPUT DROP
iptables -A INPUT -p tcp --dport 22 -j ACCEPT
iptables -A INPUT -p tcp --dport 80 -j ACCEPT
iptables -A INPUT -p tcp --dport 443 -j ACCEPT
Con questa configurazione, il server rifiuta qualsiasi connessione che non sia SSH o traffico web, riducendo i possibili punti di attacco.
Configurazioni sicure di default
I sistemi devono avere impostazioni predefinite sicure, come l’uso di password robuste, crittografia attivata di default e permessi minimi per gli utenti.
Esempio pratico:
I moderni router Wi-Fi non consentono più l’accesso con credenziali predefinite come “admin/admin” ma generano automaticamente una password sicura.
Soluzione Secure by Default (Forzare l’uso di password complesse su Linux per gli utenti di sistema):
# Imposta una policy di password forti con PAM (Pluggable Authentication Modules)
sudo apt install libpam-pwquality
echo "password requisite pam_pwquality.so retry=3 minlen=12 ucredit=-1 lcredit=-1 dcredit=-1 ocredit=-1" | sudo tee -a /etc/pam.d/common-password
Questa configurazione impone password di almeno 12 caratteri, contenenti lettere maiuscole, minuscole, numeri e simboli.
Protezione automatica
I sistemi devono poter difendersi autonomamente senza intervento dell’utente da attacchi comuni.
Esempio pratico:
Windows Defender e i firewall moderni bloccano automaticamente tentativi di attacco senza necessità di configurazione.
Soluzione Secure by Default (Attivazione automatica di UFW – Uncomplicated Firewall su Ubuntu):
# Installa e abilita il firewall UFW
sudo apt install ufw
sudo ufw default deny incoming # Blocca tutto il traffico in ingresso
sudo ufw default allow outgoing # Permette il traffico in uscita
sudo ufw enable # Attiva il firewall
Con questa configurazione, il sistema blocca automaticamente tutto il traffico in ingresso, riducendo il rischio di intrusioni.
Gestione sicura degli aggiornamenti
Un sistema sicuro deve ricevere patch di sicurezza automatiche, riducendo il rischio che vulnerabilità note vengano sfruttate dagli attaccanti.
Esempio pratico:
I moderni sistemi operativi aggiornano automaticamente i pacchetti di sicurezza senza intervento dell’utente.
Soluzione Secure by Default (Abilitare gli aggiornamenti automatici su Linux Debian/Ubuntu):
# Installa il gestore degli aggiornamenti automatici
sudo apt install unattended-upgrades
# Abilita gli aggiornamenti automatici
sudo dpkg-reconfigure unattended-upgrades
Questa configurazione garantisce che il sistema applichi automaticamente patch di sicurezza, proteggendo l’utente senza richiedere alcuna azione manuale.

I vantaggi del Secure by Default
Adottare il principio di Secure by Default offre numerosi vantaggi, sia per gli utenti finali che per le aziende. Questo approccio non solo riduce le vulnerabilità e semplifica la gestione della sicurezza, ma ottimizza i costi operativi e garantisce una maggiore conformità normativa.
Riduzione del rischio di attacchi informatici
Uno dei principali vantaggi del Secure by Default è la riduzione del rischio di attacchi informatici. I sistemi e le applicazioni che implementano questo principio sono meno vulnerabili perché vengono rilasciati con impostazioni di sicurezza già ottimizzate, senza richiedere configurazioni manuali.
Esempio pratico:
- Un database come PostgreSQL installato con impostazioni standard potrebbe accettare connessioni da qualsiasi indirizzo IP. Con il Secure by Default, le connessioni remote sono bloccate di default, impedendo accessi non autorizzati.
- Windows Defender è abilitato di default su Windows 11, proteggendo gli utenti senza la necessità di installare un antivirus di terze parti.
Configurazione Secure by Default per limitare l’accesso ai database (MySQL):
-- Restringere l'accesso al solo localhost
ALTER USER 'root'@'%' IDENTIFIED WITH mysql_native_password BY 'SecurePassword!';
RENAME USER 'root'@'%' TO 'root'@'localhost';
FLUSH PRIVILEGES;
Con questa configurazione, il database accetta connessioni solo da localhost, riducendo il rischio di accessi non autorizzati da reti esterne.
Riduzione degli errori umani
Molti attacchi informatici sfruttano errori di configurazione o impostazioni lasciate deboli dagli utenti. Con un approccio Secure by Default, il rischio di errori manuali viene minimizzato perché il sistema parte già con una configurazione sicura.
Esempio pratico:
- In passato, gli utenti tendevano a lasciare le password predefinite dei dispositivi di rete, esponendoli a intrusioni. Oggi, con il Secure by Default, i router e gli access point generano password casuali e spesso richiedono cambio obbligatorio alla prima configurazione.
- I moderni sistemi operativi disabilitano le connessioni RDP aperte per default, riducendo il rischio di attacchi brute-force.
Configurazione Secure by Default per forzare password sicure su Linux:
# Imposta policy di password complesse
sudo apt install libpam-pwquality
echo "password requisite pam_pwquality.so retry=3 minlen=12 ucredit=-1 lcredit=-1 dcredit=-1 ocredit=-1" | sudo tee -a /etc/pam.d/common-password
Questa configurazione garantisce che le password abbiano almeno 12 caratteri con numeri, lettere e simboli, riducendo il rischio di attacchi a causa di credenziali deboli.
Risparmio di tempo e risorse per le aziende
Le aziende che adottano Secure by Default possono ridurre il carico di lavoro dei team IT e abbassare i costi di gestione della sicurezza.
Esempio pratico:
- I sistemi operativi moderni installano automaticamente aggiornamenti di sicurezza, eliminando la necessità di patching manuale da parte degli amministratori.
- I firewall nei servizi cloud (es. AWS Security Groups) bloccano automaticamente tutto il traffico non necessario, evitando configurazioni errate da parte degli utenti.
Configurazione Secure by Default per aggiornamenti automatici su Debian/Ubuntu:
# Installa e abilita aggiornamenti automatici
sudo apt install unattended-upgrades
sudo dpkg-reconfigure unattended-upgrades
Questa configurazione garantisce che le patch critiche vengano installate automaticamente, riducendo il tempo necessario per la gestione della sicurezza.
Conformità alle normative di sicurezza
Il Secure by Default facilita la conformità a normative come GDPR, NIST Cyber security Framework e ISO 27001, che impongono misure di protezione avanzate per la gestione dei dati.
Esempio pratico:
- Il GDPR richiede la protezione dei dati personali attraverso crittografia e accessi limitati. I servizi cloud come Google Workspace e Microsoft 365 ora attivano la crittografia e l’autenticazione a due fattori (2FA) di default.
- Il NIST Cyber security Framework raccomanda il principio del privilegio minimo, riducendo l’accesso alle risorse critiche ai soli utenti autorizzati.
Configurazione Secure by Default per crittografia forzata su un database PostgreSQL:
-- Abilitare la crittografia TLS per le connessioni
ALTER SYSTEM SET ssl = 'on';
ALTER SYSTEM SET ssl_cert_file = '/etc/ssl/certs/server.crt';
ALTER SYSTEM SET ssl_key_file = '/etc/ssl/private/server.key';
SELECT pg_reload_conf();
Questa configurazione obbliga il database a usare connessioni crittografate TLS, garantendo la protezione dei dati in transito e rispettando le normative di sicurezza.
Secure by Default vs. Secure by Design: le differenze
Sebbene spesso usati come sinonimi, Secure by Default e Secure by Design sono due concetti distinti ma complementari.
Il Secure by Design si concentra sulla progettazione di software e sistemi sicuri fin dalle prime fasi di sviluppo. Questo approccio implica l’uso di metodologie di security engineering, come la crittografia avanzata e la protezione dei dati fin dal codice sorgente.
Il Secure by Default, invece, riguarda più specificamente le configurazioni predefinite sicure. Anche un software progettato con un’architettura sicura può diventare vulnerabile se rilasciato con impostazioni deboli o facilmente modificabili dagli utenti.
In sintesi, il Secure by Design garantisce che il sistema sia costruito con una struttura sicura, mentre il Secure by Default assicura che, al momento del primo utilizzo, non vi siano configurazioni che possano esporre a rischi. L’ideale è combinare entrambi gli approcci per ottenere il massimo livello di protezione.
Per concludere
Il principio del Secure by Default rappresenta un’evoluzione fondamentale nella sicurezza informatica, riducendo il rischio di vulnerabilità dovute a configurazioni errate o scelte sbagliate degli utenti.
Assicurarsi che software e dispositivi siano sicuri fin dall’installazione non solo riduce il numero di attacchi, ma migliora anche la user experience, evitando complesse configurazioni manuali.
Per ottenere una protezione ottimale, il Secure by Default dovrebbe sempre essere affiancato al Secure by Design, garantendo così che i sistemi non solo partano con configurazioni sicure, ma siano costruiti con una sicurezza intrinseca fin dal principio.
Domande e risposte
- Cos’è il Secure by Default?
Il Secure by Default è un principio di sicurezza informatica secondo cui un sistema deve essere sicuro già dalle sue impostazioni predefinite, senza necessità di configurazioni manuali. - Qual è la differenza tra Secure by Default e Secure by Design?
Il Secure by Design riguarda la progettazione sicura del sistema, mentre il Secure by Default si concentra sulle configurazioni di sicurezza predefinite. - Perché il Secure by Default è importante?
Riduce il rischio di attacchi informatici, minimizza gli errori umani e semplifica la gestione della sicurezza, soprattutto per utenti meno esperti. - Quali aziende adottano il Secure by Default?
Grandi aziende come Microsoft, Apple e Google implementano questo principio nei loro sistemi operativi e software di sicurezza. - Il Secure by Default elimina la necessità di configurazioni personalizzate?
No, ma riduce la necessità di interventi manuali, garantendo una sicurezza di base efficace fin dall’installazione. - Quali sono alcuni esempi di Secure by Default?
Antivirus preinstallati, firewall attivi per default e password robuste generate automaticamente. - Il Secure by Default è obbligatorio per legge?
In alcuni settori regolamentati, come la protezione dei dati personali (GDPR), è fortemente raccomandato per garantire la conformità normativa. - Il Secure by Default può influire sulle prestazioni del sistema?
In alcuni casi, può introdurre restrizioni che limitano funzionalità non essenziali, ma generalmente il bilanciamento tra sicurezza e performance è ottimizzato. - Quali settori traggono maggiore beneficio dal Secure by Default?
Tutti, ma in particolare quelli con dati sensibili, come il settore bancario, sanitario e delle infrastrutture critiche. - Come si può verificare se un sistema è Secure by Default?
Controllando la documentazione del produttore, analizzando le impostazioni predefinite e verificando la presenza di funzionalità di sicurezza automatiche.