Indice dei contenuti
- Il lato oscuro dei codici QR
- Il trucco è nella fretta
- La nuova frontiera del phishing
- L’illusione della sicurezza e le contromisure
- Una minaccia mimetizzata nella quotidianità
Il lato oscuro dei codici QR
I codici QR sono passati da curiosità interattive a strumenti onnipresenti della vita quotidiana: li troviamo nei menu dei ristoranti, nei biglietti aerei, nei parchimetri e persino sulle bollette. Ma questa diffusione li ha resi un bersaglio perfetto per i cybercriminali, che li stanno trasformando in trappole digitali invisibili.
Il fenomeno ha un nome preciso: quishing, un tipo di phishing basato su QR code che inganna l’utente facendogli aprire link pericolosi o scaricare malware.
Il trucco è nella fretta
La tecnica è semplice ma efficace: basta incollare un QR code falso sopra uno legittimo, magari su un parchimetro o un avviso di pagamento urgente. Chi scansiona, spesso di fretta, viene reindirizzato a un sito truffaldino o compromette il proprio smartphone.
Secondo KeepNet Labs, oggi il 26% dei link malevoli viaggia proprio tramite codici QR. E NordVPN rivela che 73% degli americani li scansiona senza verificarli. Il risultato? Oltre 26 milioni di vittime dirette a siti truffa.
La nuova frontiera del phishing
A spingere i truffatori verso i QR è anche l’efficacia calante delle email truffaldine. I codici QR sono più difficili da interpretare e apparentemente innocui, perfetti per superare le difese degli utenti.
Le autorità hanno già lanciato l’allarme: FTC, Dipartimento dei Trasporti di New York e Hawaii Electric hanno avvisato i cittadini del pericolo crescente, mentre i musei – come quello per bambini di Indianapolis – hanno aggiornato i propri sistemi per riconoscere QR manomessi.
L’illusione della sicurezza e le contromisure
Il problema principale? La falsa fiducia.
Esempio
Gli utenti iPhone, si fidano più del proprio dispositivo e per questo sono meno propensi a installare un antivirus o verificare i link. Inoltre, inserire un logo aziendale nel QR code non basta: è facile da copiare e quindi può ingannare.
L’ingegnere Gaurav Sharma sta lavorando a un QR code intelligente (SDMQR) capace di autenticarsi, ma serve il supporto di giganti come Google e Microsoft per integrarlo nei sistemi.
Una minaccia mimetizzata nella quotidianità
La vera forza del quishing è la banalità. Basta un QR stampato sopra quello originale su un manifesto, un volantino, un documento ufficiale. E nessuno lo nota. Così, i trojan d’accesso remoto finiscono nei telefoni di utenti e persino militari, aprendo le porte ai criminali o agli hacker di Stato.
Rob Lee, esperto di SANS Institute, sintetizza così: “Non è una minaccia da panico, ma è esattamente il tipo di attacco low-cost e ad alto rendimento che piace agli hacker”.