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Zero Trust e AI: la nuova frontiera della cyber security aziendale

Quando la fiducia si conquista un accesso alla volta

il modello Zero Trust

Indice dei contenuti

  • La fiducia non basta: serve il modello Zero Trust
  • Zero Trust: una difesa continua, non una misura una tantum
  • AI e Zero Trust: un binomio ancora sottoutilizzato
  • Perché il futuro della sicurezza è Zero Trust

La fiducia non basta: serve il modello Zero Trust

Nel panorama della cyber security in continua evoluzione, la parola d’ordine è una sola: Zero Trust.
Secondo il nuovo report globale “The Trust Report: From Risk Management to Strategic Resilience in Cyber Security” condotto da DXC Technology in collaborazione con Microsoft, il modello ZT è ormai considerato un framework essenziale per proteggere le organizzazioni da un ecosistema di minacce che cambia ogni giorno.

L’analisi, realizzata su oltre cento esperti di sicurezza informatica di quattro continenti, mostra che l’83% delle aziende che hanno adottato lo Zero Trust ha ridotto gli incidenti di sicurezza e i costi di ripristino. Tuttavia, solo il 30% utilizza soluzioni di autenticazione basate sull’intelligenza artificiale: un segnale che il potenziale dell’AI nella sicurezza resta in gran parte inespresso.

Zero Trust: una difesa continua, non una misura una tantum

Lo studio evidenzia che lo Zero Trust non è un sistema statico, ma un percorso evolutivo che richiede un cambiamento culturale profondo.

Il 66% delle organizzazioni ritiene che i sistemi legacy siano la principale barriera alla piena adozione, mentre il 72% indica le nuove minacce informatiche come la forza trainante per migliorare le proprie politiche di sicurezza.

Oltre alla protezione, più del 50% delle imprese ha scoperto che lo Zero Trust migliora l’esperienza utente, grazie a processi di accesso più fluidi e controllati.

DXC invita a un’implementazione graduale e strategica, partendo dal controllo delle identità digitali e dalla segmentazione dei privilegi per poi estendere il modello a reti, dati e dispositivi.

AI e Zero Trust: un binomio ancora sottoutilizzato

L’intelligenza artificiale rappresenta oggi la frontiera più promettente della sicurezza informatica. Tuttavia, le aziende mostrano una certa cautela. Come spiega Dawn-Marie Vaughan, Global Offering Lead Cyber Security di DXC:

“Con l’accelerazione delle minacce alimentate dall’intelligenza artificiale, le organizzazioni devono adottare un approccio olistico che coinvolga identità, dispositivi, reti, applicazioni e dati. In DXC aiutiamo i clienti a integrare lo Zero Trust nella cultura aziendale, usando l’AI come scudo e alleato.”

Secondo Alex Simons, CVP di Microsoft Entra, le soluzioni integrate tra DXC e Microsoft consentono di ridurre la complessità, contenere i costi e semplificare le operazioni, accelerando il percorso verso un’architettura Zero Trust pienamente operativa.

Perché il futuro della sicurezza è Zero Trust

Il modello Zero Trust ribalta la logica tradizionale della sicurezza informatica: non fidarsi di nessuno per impostazione predefinita.

Ogni accesso, ogni dispositivo e ogni utente deve essere verificato, monitorato e autorizzato in tempo reale.

In un mondo in cui gli attacchi si moltiplicano e l’AI è sempre più usata anche dai cybercriminali, il principio “never trust, always verify” non è solo una strategia tecnica, ma una mentalità di difesa proattiva.

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